Tra natura e passato
Un tuffo nel verde risveglio della natura, nella storia di un piccolo borgo sperduto, di ricerche archivistiche che fanno emozionare e dell’inizio di una nuova storia, con radici antiche, che vuole essere raccontata. Il mio ultimo lungo viaggio alla ricerca delle mie origini mi ha condotta al nido, alla casa che racchiude la mie e molte altre esistenze: la stirpe dalla quale discendo. Nella casa del tardo Settecento così piena di legni antichi, lavorati dai miei avi, profumati di cera d’api e intrisi di spiriti e ricordi, ho iniziato un nuovo percorso. Rivoltare le zolle dell’orto è come tornare alla vita, dopo un letargo difficile che annienta la volontà e mette in discussione la speranza; potare la pergola, gli alberi da frutto, il lussureggiante alloro, il vecchio gelso e l’officinale sambuco significa recidere ciò che è vecchio e impedisce la crescita, nelle piante e nelle persone, nei rapporti con gli altri e con se stessi. Così la vecchia casa curata in tutti i suoi dettagli esteri e interni, appare come un rifugio e al contempo il “tempio” dell’anima dove ritrovarmi e decidere della mia vita.
La natura si sposa con la storia a Stridone, vi si insinua e l’avvolge in un abbraccio di verdi foglie d’edera e di arbusti secchi che attendono di fiorire. Tra ruderi e alberi, il paese col suo svettante campanile ha al centro la chiesa di San Giorgio e la sua sede parrocchiale, dove vecchi registri dei secoli andati sono diventati per me una miniera d’informazioni e di ricerche entusiasmanti per un nuovo inizio, una nuova narrazione.