Le valli di Volterra
Viaggiare in Toscana è un’esperienza magica, piena di fascino e di meraviglia. Illustri esponenti della cultura mondiale ne sono rimasti colpiti, innamorandosene all’istante: Tennyson, Taine, Dumas, Cervantes, Heine, Byron, Melville, Goethe, solo per citarne alcuni. Poi è arrivato il turismo di massa che avidamente si appropria di spazi, mete, musei e centri cittadini, non sempre in modo educato e rispettoso dei gioielli che le città e i borghi racchiudono. In questo la Toscana prova a distinguersi, cercando di puntare su un turismo consapevole e colto che non vada ad interferire con i suoi ritmi antichi, fatti di bellezza artistica e paesaggistica. Nel mio piccolo, l’anno scorso, ho voluto rendere omaggio a questa meravigliosa Regione dedicandole il libro Borghi, palazzi e castelli della Toscana che fu distribuito dal quotidiano “Il Tirreno”. Fu in occasione dell’uscita del volume che andai nei dintorni di Volterra (una delle poche città toscane che non conoscevo) e ne rimasi talmente colpita da ritornarci l’estate dopo. Anche se le mie scelte editoriali sono del tutto mutate nell’ultimo anno e i libri sulla storia locale, il folclore e le mete turistiche, non risvegliano attualmente in me alcun interesse, tornare a Volterra rappresenta un tuffo nella bellezza più profonda della cultura italiana. Quindi eccomi nuovamente tra le sue valli, meravigliosamente dipinte di giallo oro del grano da poco falciato, tra i suoi borghi medievali di incantevole bellezza, i suoi castelli e fortezze che spiccano come diamanti sulle colline. Poi la modernità che si mescola a tutto questa storia, tra pale eoliche che si vedono in lontananza e che qualcuno critica, le valli geotermiche con le centrali che ricordano il nucleare ma che producono energia pulita, regalata dalla madre terra. Le città storiche, le fortificazioni, le chiese e poi la natura, gli incontri magici che questa riserva al visitatore paziente e rispettoso. La Toscana è tutto ciò e molto altro, nella sua bellezza anche le contraddizioni del tempo diventano punti di osservazione affascinanti.
Ed eccomi a Certaldo, borgo antico distrutto dalla morte dell’intelletto dell’ultimo conflitto mondiale, poi mirabilmente ricostruito. La lastra tombale di Giovanni Boccaccio, nella penombra di una chiesa meravigliosa, mi emoziona e intimorisce. La sua iscrizione funebre (in latino) è un monito per chiunque ama la letteratura e vuole scrivere: “Sotto questa lastra giacciono le ceneri e le ossa di Giovanni: La mente si pone davanti a Dio, ornata dai meriti delle fatiche della vita mortale. Boccaccio gli fu genitore, Certaldo la patria, amore l’alma poesia”.
Dalla deliziosa cittadina di Castelnuovo, nella Val di Cecina, si raggiunge l’avveniristica Larderello, capitale mondiale della geotermia. Un luogo affascinante per l’intensa attività di sfruttamento delle naturali risorse geotermiche, fonte di energia rinnovabile a basso impatto ambientale che soddisfa un quarto del fabbisogno energetico di una regione grande come la Toscana. Il territorio ricco di boschi e colline splendide è caratterizzato anche dall’intreccio dei vapordotti che imbrigliano il vapore sprigionato dai soffioni e lo convogliano verso le centrali geotermoelettriche. Il paesaggio assume un aspetto a tratti infernale (per i vapori che la terra emana), tanto che da secoli l’area è denominata “Valle del Diavolo”. Queste opere dell’ingegno umano che sfruttano le risorse naturali, assieme alle pale eoliche molto presenti nel volterrano, indicano una ricerca seria e costante della regione che punta molto sulle energie rinnovabili.
Nel libro “Borghi, palazzi e castelli della Toscana” scrissi della Rocca Sillana nei pressi di Pomarance, un luogo che mi colpii sia per la sua imponenza che per la storia. Così, anche questa estate, mi ci sono recata. Per raggiungere la sua ragguardevole vetta occorre fare un percorso a gradoni tutto in salita, ma l’impresa è ben ricompensata dalla maestosità della fortezza e dalla vista spettacolare: si arriva a vedere il mare e le isole in lontananza. In tal occasione ho avuto l’imprevista fortuna di incontrare Andrea Farru, guida turistica e appassionato di storia che mi ha raccontato nei dettagli le vicende dell’immenso monumento, aggiungendo eventi e nozioni che non avevo trovato quando scrissi il capitolo che lo riguardava. Ad esempio sono venuta a sapere che appena sotto le possenti mura della fortezza militare sorgeva, fino all’Ottocento, un villaggio chiamato Sillano. Formatosi quando la funzione della rocca era ormai superata, il modesto abitato era popolato da agricoltori. Con il passare del tempo e le condizioni difficili che comportava vivere su quel colle impervio e boschivo, Sillano è stato abbandonato ed ora vi sopravvivono soltanto le rovine.
Imperdibile poi una sosta a Montecastelli, autentico gioiello trecentesco, fatto di case e vicoli dove il tempo si ferma. Il piccolo borgo è pieno di artisti, di musicisti; nelle sue strade di ciottolato si propaga il dolce suono degli strumenti musicali anche nelle giornate infuocate dell’estate inoltrata. In questo incantevole posto abita il cardiochirurgo Bonhoeffer, trasformatosi in liutaio, che qui ha una bottega e attira i maggiori musicisti della scena teatrale contemporanea.
L’incontro più emozionante però me lo hanno riservato le campagne, gli uliveti e i boschi intorno all’agriturismo San Valentino dove alloggiavo. Risalendo una collina in pendenza, mi sono ritrovata in un mondo ancestrale, tra campi sconfinati e solitudine. Qui gli animali liberi, senza padrone, si sono mostrati ai miei occhi pieni di meraviglia e commozione. Toscana, solo tu potevi concedermi tanto.