Lieve ottobre
Ha messo chiome il bosco d’autunno.
Vi dominano buio, sogno e quiete.
Né scoiattoli, né civette o picchi
lo destano dal sogno.
E il sole pei sentieri dell’autunno
entrando dentro quando cala il giorno
si guarda intorno bieco con timore
cercando in esso trappole nascoste.
Così Boris Pasternak in Bosco d’autunno descrive la quiete, il silenzio, i colori della stagione che precede l’inverno. Il mese che meglio si accorda a questo stato d’animo di attesa, di lieve malinconia è il mese di ottobre.
L’estate è oramai lontana, le nebbie si insinuano nelle valli come candide coltri bianche, l’aria frizzante pizzica le guance quando al mattino si esce di casa e, quando il sole fa capolino, il suo tocco è lieve quanto una carezza. Ad ottobre la luce si fa di cipria, trapassa le foglie, i rami dei boschi come una polvere preziosa che ricopre la terra. Stare all’aperto, all’aria nelle ore più calde del giorno, pare una benedizione. Il corpo e l’anima si nutrono del calore, dei colori, dell’aria di montagna pura e salubre. Mi perdo nei boschi, sempre. Non ho una meta, non ho uno scopo. Mi lascio guidare dalla natura che muta, cambia giorno dopo giorno, e mi rende partecipe del suo incanto.