Il giardino del benessere
Il mio nuovo libro “Il giardino del benessere – storia e rimedi delle erbe” (Editoriale Programma) è frutto di una ricerca personale lunga una vita. Un breve libro, scritto principalmente per il circuito della distribuzione con i quotidiani, che racchiude una scelta personale rilevante, quella di seguire uno stile di vita vicino alle regole naturali, ai ritmi della natura e della medicina officinale utilizzata per porre rimedio a svariati problemi di salute. L’interesse per la conoscenza dei rimedi fitoterapici non si è accompagnato sempre ad un adeguato stile di vita e cura del mio benessere, anzi. Per anni non mi sono curata dei ritmi corporei e delle esigenze dell’organismo, tanto da risultare malata di tiroide, con problemi piuttosto seri all’apparato digerente e alla cute. Da qualche tempo però l’interesse tramandatomi dalla mia prozia Libera per le piante medicamentose spontanee del Croch (area carsica e dura dove sorge la mia casa a Stridone), si è tramutato in un preciso percorso esistenziale, di alimentazione e cura del corpo.
Così nasce il libro, una stesura breve di un percorso lungo, che parte dalla medicina antica praticata presso i popoli del Medio Oriente all’inizio delle civilizzazioni. Iniziando dagli antichi Sumeri, passando per gli Assiri e Babilonesi, giungendo agli Egizi che davano un rilievo fondamentale alla medicina officinale, accompagnata da pratiche chirurgiche ardite e leggendarie. La Grecia Antica ci conduce attraverso i templi dove la medicina era ancora legata alla magia, per arrivare ad un cambiamento culturale essenziale apportato da Ippocrate che svincola la medicina dalla superstizione e ci dona la scienza. I Romani seguono il medesimo percorso, intuendo con Galeno l’importanza dell’alimentazione nella cura delle malattie, e aprendo le prime farmacie compiute della storia, le apoteche, frequentate sia dalla nobiltà che dal popolo. Il Medioevo, i lunghi secoli dal crollo di Roma ad un nuovo mondo di rinascita, apportano punti essenziali al viaggio della medicina officinale. I Monaci coltivano gli “orti dei semplici” e curano i pellegrini, la Scuola di Salerno conduce studi importanti usando le intuizioni degli antichi fuse con la medicina araba e con l’apporto di piante medicinali fino ad allora sconosciute. Il Rinascimento segna un ulteriore cambiamento, un recupero anche dei miti magici oltre alle conoscenze razionali che però, con l’alchimia di Paracelso, fornisce un impulso fondamentale alla farmacologia. La Controriforma umilia le guaritrici del popolo e toglie credibilità persino ai monaci nella pratica dell’erboristeria, ciò non ferma gli studi e non impedisce le applicazioni delle conquiste conoscitive. I secoli successivi vedono un numero sempre maggiore di avanzamenti scientifici, di applicazioni e studi dei principi curativi delle piante, fino all’Ottocento quando questi principi si isolano e vengono applicati puri. La nascita e il successivo declino dell’omeopatia ci conducono nel secolo breve, quando il farmaco di sintesi mette nel dimenticatoio le piante officinali usate fin dagli albori delle civiltà. Soltanto negli ultimi decenni assistiamo ad un recupero delle antiche conoscenze e ad un impegno consistente nello studio dei principi attivi attraverso i metodi tecnologici dell’epoca moderna. Un esempio per tutti è lo studio e l’utilizzo dell’aloe nei settori più disparati della medicina e della cosmesi. La prima parte del libro dunque racconta la storia della medicina officinale dagli antichi alla nostra quotidianità.
La seconda parte del libro invece esplora a livello pratico il meraviglioso mondo delle erbe officinali e dei loro utilizzi più disparati. Per tanto seguiamo il percorso dalla raccolta alla essiccazione e alla conservazione delle piante, utilizzate dalle tisane ai macerati alcolici.
L’elenco delle piante o “droghe” riguarda le erbe più conosciute e diffuse sul territorio, ne racconta le principali caratteristiche e anche le leggende, le suggestioni antiche della medicina popolare che ne hanno accompagnato il cammino.
Le piante hanno accompagnato tutta la mia vita, fin da piccola. Quando mi portarono a casa dall’ospedale dove vidi la luce, mi sistemarono in una stanzetta sopra la sartoria dei miei genitori. Era agosto e dalla piccola finestra della stanza entrava il profumo della saponaria in fiore che cresceva accanto al muro. Da allora le erbe officinali che crescono in abbondanza sul quel suolo carsico di mezza montagna hanno fatto da cornice a tutte le mie esperienze di crescita, le ho sempre raccolte e lo faccio ancora. Nella tarda primavera e per il solstizio d’estate (21 giugno) le raccolgo, le faccio essiccare, preparo i macerati e i liquori. Qualche volta le fotografo pure, così da poter condividere l’emozione che mi donano con i miei lettori.