Vita da scrittori, tra gioie e difficoltà
Spesso mi chiedono di definire la vita di uno scrittore, di descrivere le giornate, le difficoltà e le soddisfazioni, ammesso che ce ne siano. Non è facile rispondere a queste domande o descrivere un’esistenza complessa, solitaria, segnata da troppi ostacoli. Tuttavia non ci sono solamente le difficoltà e le delusioni, anche se possono essere così angoscianti da far perdere il desiderio di continuare. Ovviamente parlo del mio caso specifico, quello di un’autrice con molte pubblicazioni all’attivo ma edite da case editrici non particolarmente grandi. Mi riferisco ad una vita di lotte, tra anticipi non cospicui e diritti d’autore che non sempre vengono onorati; tra collaborazioni che prevedono molto impegno e poco guadagno; tra attese molto lunghe e promesse non mantenute, e così via. Esistono però anche le gioie, le soddisfazioni, la vitalità che si accende nell’atto creativo o l’indescrivibile sensazione di completezza quando giunge a casa il libro terminato. Ed è la casa il fulcro, il centro della vita di chi scrive. Gli spazi possono essere anche modesti, ciò che conta però è che ci siano gli oggetti che rendono possibile l’atto di scrivere. Non mi riferisco semplicemente agli indispensabili, ossia il computer, il notebook, penne e quaderni, pennarelli e matite, libri a non finire.
Per me è fondamentale circondarmi anche di fotografie, quadri, soprammobili, candele, lumi antichi. Sento la necessità di coltivare le piante in terrazzo, di avere l’affetto dei miei quattro animali, di colorare la vita con i prodotti della terra, di concedermi delle dolcezze nei lunghi pomeriggi, di accompagnare le stesure dei libri o dei testi teatrali con tisane profumate e tè esotici.
La scelta che ho fatto mi concede la libertà di gestire il mio tempo e gli impegni, di cercare il profumo del mare e della natura quando le idee vengono a mancare, di vivere dei momenti di autentica solitudine dove posso dialogare con me stessa, senza nessuna limitazione o interferenza. Il mio studio non è grande e la quantità di libri che possiedo si divide tra la stanza di lavoro, le librerie in soggiorno e persino le enciclopedie sistemate in cantina, perché non saprei dove altro metterle.
Mi devo spostare da una parte all’altra della casa quando cerco delle informazioni e nella mia mente conosco l’esatta collocazione di ogni volume, ne conosco a fondo il contenuto, so sempre cosa cercare. La scrivania e ciò che la circonda è il mondo, l’universo, la fonte di tutta la creatività. Qualche volta mi perdo tra i ricordi: qualche foto, qualche frase annotata qua e là che mi fa tornare in mente momenti che non si ripeteranno più.
La tristezza e le malinconie fanno parte della vita di uno scrittore, forse esse rappresentano il sale di ciò che si crea, il suo aroma; eppure sentire tutte le emozioni in profondità, condividendole solamente con se stessi, senza poter contare su nessuno, è la somma libertà che cerca chiunque desideri creare. Non ci sono magie o artifizi fuori dalla mente, la realtà di uno scrittore è quella di chiunque altro, però un vantaggio esiste: solo l’atto creativo consente di vivere mille vite in una, nell’esiguo spazio di una scrivania.