L’indispensabile calendula
La bella calendula (Calendula officinalis) è una pianta molto conosciuta e comunemente coltivata. Presenta un fusto ramificato e ricoperto di peluria, le foglie sono spesse e oblunghe, a volte leggermente dentellate. I fiori sono dei capolini, con il colore variabile dal giallo all’arancione, compaiono nella tarda primavera e in estate ed emanano un gradevole aroma. Si rinviene anche allo stato selvatico, però in zone calde. Alcune varietà di calendula sono coltivate a scopo ornamentale e presentano fiori più grandi e colorati. Si raccolgono i capolini della pianta all’inizio dello sboccio, li si può seccare in un luogo asciutto e conservare in scatole di legno, vetro o cartone. Tuttavia l’utilizzo dei fiori freschi è anche molto comune. Si possono usare pure le foglie fresche, a uso alimentare. Pianta eccellente la calendula, direi indispensabile nell’armadietto medicinale. Presenta un olio essenziale, acido salicilico, mucillagine e principi amari. Famosa per essere un ottimo cicatrizzante, ha proprietà antisettiche, diuretiche, depurative ed è uno dei rimedi più antichi nelle amenorree e dismenorree. Il decotto aiuta a combattere gli stati influenzali, la tosse e il raffreddore. L’infuso è consigliato in caso di mestruazioni dolorose, febbre, ulcere e irritazioni cutanee. Il succo e i fiori della pianta possono essere applicati al naturale o sottoforma di olio e pomata, per agevolare la cicatrizzazione di piaghe e piccole ferite. Molto nota è la tintura di calendula (macerato dei fiori in cinque volte il loro peso in alcol), valida nella regolazione del ciclo mestruale. Diciamo che con l’arnica per le contusioni e la calendula per le ferite, oltre al gel d’aloe che è un toccasana per molti disturbi, il pronto soccorso naturale è già a buon punto. Nella tradizione popolare se i fiori di calendula rimanevano chiusi la mattina, probabilmente avrebbe piovuto a breve. Le levatrici e le guaritrici di campagna consigliavano l’uso della tintura di calendula durante la settimana che precedeva il ciclo per le amenorree e dismenorree, oltre che per attenuare il dolore. Nel XVI secolo anche la medicina dotta consigliava l’acqua distillata di calendula contro le infiammazioni degli occhi. Tra i nomi popolari della calendula vi è anche quello di oro di Maria, che richiama il nome della Vergine, e questo si ricollega probabilmente alla proprietà dell’infuso e della tintura di questa pianta di alleviare i dolori del ciclo e far venire le mestruazioni ritardate. Dunque parliamo di una pianta che storicamente è stata usata per la cura dei disturbi femminili e anche per la bellezza. Infatti è tuttora utilizzatissima nella cosmesi per la preparazione di creme per la pelle. Coltivare la calendula non è difficile, va seminata in un appezzamento di terra ben soleggiato tra marzo e aprile, va sfrondata spesso dei rami superflui per ottenere fiori più grandi. Può essere coltivata anche in vaso, su terrazzi o davanzali assolati, facendo attenzione ai parassiti delle piante che spesso la attaccano. In questo singolare inizio d’autunno, con temperatura gradevoli fino a poco tempo fa, nell’orto di campagna ho raccolto gli ultimi fiori di questa meravigliosa pianta. D’estate non ho avuto tempo e modo di seguirla, non ho fatto l’abbondante raccolto di fiori dell’anno scorso. Purtroppo anche la grande pianta che avevo in terrazzo, in città, non ha potuto donarmi i suoi meravigliosi capolini, essendo stata attaccata dai parassiti. Dunque il piccolo raccolto, fatto alla fine della stagione, l’ho considerato un mezzo miracolo.
Il rimedio: pomata di calendula
Questo è un ottimo rimedio per gli arrossamenti della pelle, specie per le pelli sensibili. Si prepara semplicemente con dei fiori freschi e dell’olio di mandorle dolci. Sconsiglio vivamente l’acquisto dell’olio nei supermercati, non è all’altezza di un prodotto acquistato in farmacia. Un olio di qualità sarà senza profumo e senza componenti che possano danneggiare la pelle, specie se sensibile; inoltre si assorbirà con facilità e non ungerà affatto. Il prodotto farmaceutico generalmente contiene la vitamina A, il tocopherol, un valido alleato della bellezza che ha anche la proprietà di non far diventare rancido l’olio. Mettete 10 g di calendula in 50 ml di olio di mandorle dolci, lasciate macerare in un vaso di vetro chiuso per dieci giorni, rimestando di tanto in tanto. Filtrate e conservate in un luogo asciutto. Utilizzatelo per il viso con un batuffolo di cotone e direttamente sulle ustioni che ci si procura cucinando o in altro modo.