L’estate di San Martino
“Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia,
un buon libro, un buon amico”
Molière (1622 – 1673)
La ricorrenza di San Martino, quando il mosto si trasforma e diventa vino dolce con il retrogusto acidulo, ha sempre avuto un impatto importante nelle campagne. Sono anche le ultime giornate tiepide dell’anno, fanno capolino nella settimana che celebra il Santo e aprono le porte dell’est al vento siberiano. Questo almeno accadeva un tempo, oggi di sicurezze, incluse quelle climatiche, ne abbiamo poche. Alla ricorrenza che celebra il vino nuovo, e al vino in generale, i poeti hanno sempre guardato. Carducci scrive le strofe più note dedicate a questa ricorrenza, nella poesia San Martino, dove compaiono i temi a lui cari: la natura e il paesaggio, lo scenario collettivo e quello domestico, la semplicità della vita campestre e il borgo in festa. Ed è il borgo in festa, la celebrazione del frutto della vendemmia e dell’arte del vinaio, ad essere presente nei ricordi di molti di noi. Una bottiglia di vino novello, delle castagne, un classico di Jules Verne, e mi ritrovo con la mente altrove, in remoti luoghi della memoria.
Il borgo che in Istria ha sempre celebrato il vino nuovo, aprendo le cantine private sui vicoli di ciottolato, era ed è Momiano d’Istria. San Martino è il patrono del paese, oltre ad essere in generale il patrono del vino, dei vignaioli e dei vinai.
Il rito prevede la benedizione del vino durante una Santa Messa, celebrata da un alto prelato quale il vescovo, per sottolineare l’importanza di questo prodotto per gli agricoltori e la comunità. Poi segue il rituale dell’assaggio del moscato, straordinario vino dal profumo intenso e dal dolce sapore che allieta qualunque palato. Ricordo le serate a Momiano, in stagioni autunnali più rigorose di quella attuale, quando si andava per cantine e nella sala da ballo: tutti erano ebbri e gioiosi. Oggi ripenso con nostalgia a quei rari momenti di svago che i miei genitori si prendevano, coinvolgendo anche noi bambini. Mi accontento di un buon vino novello comperato vicino casa, delle castagne che non ho raccolto personalmente come accadeva una volta, della lettura di un libro che tanto mi ha affascinato da bambina. I ricordi non possono ripetersi, il passato è passato, però l’aroma gradevole di prodotti semplici evoca memorie e sentimenti indimenticabili. Quindi brindo a San Martino, alle tiepide giornate soleggiate, ai ricordi di tempi andati, pensando a Jules Verne e ai mirabolanti viaggi nella fantasia.