Fritole, il dolce natalizio di Trieste e dell’Istria
In tutta la Venezia Giulia questo dolce è un classico della tradizione natalizia, imprescindibile già a partire da San Nicolò. Personalmente questi deliziosi dolci fritti mi fanno venire in mente un film che adoro, Non ci resta che piangere con Roberto Benigni e Massimo Troisi. I due personaggi si ritrovano inspiegabilmente catapultati dall’epoca moderna all’anno 1492 durante un temporale nelle campagne toscane. Lo smarrimento è assoluto ed esilarante, specie quando scoprono di trovarsi in un piccolo paesino del Rinascimento, dove ai suoi abitanti sembra inizi e finisca il mondo, di nome Frittole. Il modo di vivere delle aree rurali della Toscana rinascimentale non era tanto diverso da quello dell’Istria interna in epoca molto meno remota. Ecco dunque la ricetta tradizionale della mia famiglia.
Occorrono 3 uova, 40 g di lievito di birra, 400 g di farina, 50 g di zucchero, 50 g di uvetta, rum, cannella, poco latte, la buccia grattugiata di un limone, mezza mela grattugiata, un pizzico di sale. Sciogliete in una tazza il lievito con poco latte tiepido, poca farina e un cucchiaino di zucchero. In una terrina mettete la farina, le uova, la cannella, lo zucchero, il pizzico di sale, la buccia del limone, il rum, l’uvetta tenuta in ammollo nell’acqua calda (10 minuti circa), la mela grattugiata, il latte. Aggiungete il lievito raddoppiato di volume e incorporate bene mescolando energicamente con un cucchiaio di legno. Coprite e lasciate lievitare per un’ora abbondante. In un tegame o nella friggitrice classica fate scaldare una buona quantità di olio di semi; quando sarà bollente, prendete la pastella a cucchiaiate e tuffatela nell’olio. Rivoltate le fritole e fatele dorare bene. Via via che si friggeranno, disponetele sulla carta assorbente. Una volta tiepide cospargetele di zucchero a velo vanigliato. Buon San Nicolò, o San Nicola, a tutti!