La neve, finalmente
Sono alla scrivania, lavoro ad un romanzo complesso che mi impegna da mesi. Il cielo è grigio, plumbeo, il vento sferza gli alberi spogli del giardino, agita i fili d’erba ingialliti; i gabbiani volano alti, volteggiano, si lasciano cullare nell’aria. Poi, d’un tratto, la neve inizia a fioccare. Prima diradata, spazzata dal vento, poi più intensa e soffice. Cade sul terrazzo, sulle piante all’esterno, sulla ringhiera. Non sembra voler attecchire, pare piuttosto un dono dalla durata breve. Da tempo non vedevo la neve in città, da quando mio padre ha lasciato questo mondo consegnando il suo corpo alla terra. Era una giornata di neve, il Carso si era imbiancato. Non voglio pensare a quel giorno, all’angoscia e alla solitudine, al dolore.
Preferisco pensare alla neve in campagna, soave e pulitissima, mentre si posa sugli alberi, sui campi, sui prati e i tetti delle case. Ricopre tutto di bianca ovatta, attutisce i rumori, rende magica l’atmosfera. Il suo sublime fioccare fa ogni cosa bellissima, celata da un tocco delicato, come in un incantesimo, coperta di niveo candore. L’amo da sempre, fin da bambina, quando mio padre mi fece una slitta con le sue mani per farmi giocare. Non potevamo permetterci altro, gli sport invernali erano per i benestanti, non per noi. Eppure mi divertivo, giocavo per ore e ore, tornavo a casa congelata. Negli anni le nevicate sono state sempre più rare, anche nel paese di mezza montagna in Istria. Le immagini risalgono a qualche anno fa, durante due abbondanti nevicate che hanno imbiancato la campagna, posandosi sui boschi e sull’abitato.
Momenti di gioia e spensieratezza, condivisi con i miei cani, assieme al mio compagno, in un luogo senza tempo. Sento di volermi augurare altre emozioni simili, quelle sensazioni di profonda unione col Creato nella sua espressione più essenziale, primitiva, chiara; sento questo desiderio profondamente, come un bisogno di appartenenza. La neve in città blocca il traffico e crea disagi, in campagna invece è una benedizione per i campi: li purifica, li bagna in profondità, prepara il terreno per la semina.
Siamo tutti campi fertili, assopiti di tanto in tanto, bisognosi di purificarci di bianco candore per continuare a vivere.