L’equinozio di primavera
Ieri è iniziata la primavera, con un giorno d’anticipo rispetto alla credenza. Un momento importante dal punto di vista astronomico che i Romani chiamavano aequus nox (notte uguale), quando il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio. Come ho già scritto in precedenza per l’equinozio d’autunno, si tratta di una fase di passaggio fondamentale. Mentre l’altro equinozio segna l’inizio della metà buia dell’anno, quello di primavera è l’esatto contrario, ovvero è il giorno in cui la luce rinasce. I due equinozi, assieme ad altrettanti solstizi, scandiscono i ritmi di Madre Terra, dividendo l’anno solare in quattro parti, due delle quali (primavera e autunno) sono fasi preparatorie per la grande luce e il grande buio, per la rinascita della vita e per il suo assopimento. L’equinozio di primavera si lega maggiormente ai miti, alla fantasia, essendo il momento della rinascita e della magia della vita. I Romani veneravano la dea della primavera, Flora (flos, floris – fiore), proveniente presumibilmente dal mondo etrusco (potrebbe essere la divinità Feronia) e associata alla dea greca Chloris, ed era colei che faceva sbocciare i fiori. Essa presiedeva alla primavera, regolava il risveglio della Natura ed era legata a tutto ciò che sboccia: la giovinezza, i sensi, le speranze, la gioia e la malizia.
Tuttavia vi sono festività primaverili molto più antiche nella storia dell’umanità, riconducibili all’Antico Egitto. Per gli Egizi era una ricorrenza legata all’agricoltura, con importanti rituali della fertilità che il Cristianesimo ha inglobato nei riti pasquali. Secondo Plutarco, durante questa celebrazione si offrivano pesce salato, lattuga e cipolle alla divinità. Per i Copti d’Egitto si festeggia il lunedì dopo la Pasqua (Sham El Nessim – fiutare il vento), la cerimonia segue un’antica simbologia: le strade si riempiono di gente, si mangia all’aria aperta e si respira la brezza primaverile che ringiovanisce. Plutarco parlava anche delle uova consumate dagli antichi durante questa ricorrenza, confermando che allora, come adesso, esse sono il simbolo universale della rinascita. Durante le dinastie più opulente si era iniziata anche la pratica di dipingere le uova e appenderle, farle diventare ornamentali, quale simbolo della rigenerazione della vita e dell’universo. Le uova simboleggiavano la fenice del mito che le deponeva rigenerando il cosmo. Il famoso uccello di fuoco preparava il nido prima di morire, poi vi si adagiava al centro lasciandosi incenerire dai raggi del sole. Da queste ceneri, come noto, rinasceva l’uovo dal quale la fenice riprendeva vita. In pratica è una rappresentazione allegorica della natura che genera se stessa all’infinito, o per meglio dire ciò che la primavera fa costantemente sotto ai nostri occhi. Per i Celti la primavera è la festività di Beltane (il primo maggio), per i Cristiani i riti della Pasqua sono la sua massima espressione. Racconterò questi due importanti mondi di miti, credenze, simbolismi, spiritualità, di seguito, quando ricorreranno.
La stagione dei fiori inizia così, sbocciando all’improvviso, dopo giornate di quasi inverno e temperature basse. I germogli assorbono la luce, i fiori iniziano timidamente a colorare giardini e terrazzi, e ci si prepara a quel tripudio di colori vivaci e profumi pungenti che ci inonderanno a breve. In questo mite pomeriggio di sole mi sono soffermata ad osservare gli animali, gatti e cani, esseri sensibili al cambiamento e all’aumento della luce: non si perdono un solo raggio.
Le piante sono sempre più verdi e le piccole luminarie a raggi solari si illuminano quando cala il buio. La fase della rinascita della vita è iniziata, occorre coglierla e farne tesoro, ricordando la dea Flora, rappresentata dai più grandi pittori e cantata dai poeti. Quando Zeffiro la vide se ne innamorò, tanto da rapirla.
Si unì a lei in matrimonio e a dimostrazione del suo grande amore, concesse a Flora di regnare sui fiori dei giardini e dei campi. Dal canto suo essa offrì e offre agli uomini i colori delle primavera e la dolcezza del miele, doni che dobbiamo imparare a rispettare. Buona primavera a tutti!