29 Novembre 2013

Leonardo da Vinci: la meraviglia dell’uomo universale

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Conferenza tenutasi alla Libreria Borsatti e organizzata da “La Casa della Cultura dr. David Juan Ferriz Olivares” della Fondazione “Magna Fraternitas Universalis”. Relatore Leonardo Calvo.

Il grande successo della mostra organizzata presso la Galleria dell’Accademia di Venezia, Leonardo da Vinci. L’uomo universale, ha dato vita a incontri, conferenze, discussioni e dibattiti in tutta Italia. A Trieste, presso la libreria Borsatti, l’artista Leonardo Calvo ha incontrato il pubblico triestino raccontando la vita, le sfide e il genio della più grande mente rinascimentale. Decine sono i disegni da ammirare nell’esposizione veneziana, incluso il celeberrimo Uomo Vitruviano . Le opere provengono da molti musei italiani e dall’estero ( dalla collezione dei Reali di Windsor Castle, dal British Museum di Londra, dal Musée du Louvre, dal Museo di Oxford ), sono schizzi, disegni, intuizioni e progetti che attraversano tutta la vita di Leonardo. Un artista, uno stratega, un essere universale come spesso viene definito, è attuale oggi come lo era secoli fa. Anzi, come spiega il relatore che ha l’onore e l’onere di portare il suo stesso nome, nella contemporaneità che divinizza la mediocrità, completamente priva di una visione costruttiva e sensata del futuro, il bisogno che abbiamo di lui è essenziale. Il suo essere simbolo del Rinascimento, del distruggere per ricostruire, ri-nascere, avrebbe una valenza salvifica in una società che venera simboli consumistici, ideati dai nuovi vacui dèi della comunicazione tecnologica. Leonardo quindi come sommo ispiratore da applicare ad un possibile progresso umano, in un momento di stasi evolutiva della cultura, per un futuro da inventare. Questo è il primo punto, essenziale, che viene definito durante la conferenza. Dopo l’introduzione che sintetizza la valenza del Genio, si passa alla descrizione dell’Uomo che ha dato vita a questa immortale genialità. Figlio illegittimo di un facoltoso notaio e di una donna d’estrazione umile, fu mandato nella bottega del Verrocchio  che gli fece da maestro. La negatività iniziale di una condizione sociale ambigua, crescendo in campagna, con un’educazione discontinua e caotica, si trasformò ben presto in fonte di ricchezza, d’ispirazione, l’ossatura stessa di una personalità desiderosa di conoscere la natura e le sue leggi. Leonardo è affascinato dal creato, lo osserva, lo studia nei dettagli. Rimane colpito, anche umanamente, dalle alluvioni che flagellano la sua terra, ma anche meravigliato dalla forza dell’acqua e del vento che diventeranno elementi importanti nei suoi studi. Ciò che per molti potevano essere frustrazioni, come la condizione sociale, l’essere mancino in quell’epoca, l’accusa di sodomia e di necrofilia ( per i suoi studi di anatomia fatti dissezionando cadaveri), giunte in momenti differenti della sua esistenza, hanno prodotto solo un’iniziale amarezza, culminata poi in atti e opere d’estro e originalità superiori. Infatti l’essere mancino lo ha stimolato a sperimentare modi insoliti di scrivere, sviluppando eccezionalmente entrambi gli emisferi cerebrali; le accuse spregevoli hanno invece prodotto come reazione Il San Girolamo, una delle opere essenziali della storia dell’arte universale. Il realismo dell’anatomia in questo maestoso dipinto lascia tuttora sbalorditi.

Leonardo era un uomo alla ricerca di nuovi stimoli, si spostava di sovente per cambiare prospettiva, per capire, imparare, sperimentare. Agli Sforza di Milano, per esempio, si offrì come scultore e ingegnere militare, senza per altro esserlo. La sua fama era tale che fu accolto con tutti gli onori per la realizzazione della statua equestre dedicata a Francesco Sforza, avendo carta bianca per ogni ulteriore progetto. Nella città lombarda farà molte delle sue note macchine belliche, idee e progetti troppo dispendiosi per essere costruiti, ma talmente avanzati da apparire profetici. Farà anche lo scultore e il ritrattista,  ma quando Milano sarà assediata dai francesi lui tornerà a Firenze. Qui troverà artisti cresciuti all’ombra del suo genio e altri suoi coetanei, a tratti rivali, divenuti progressivamente simboli di un’epoca irripetibile nelle arti: Michelangelo, il Ghirlandaio, Botticelli, Raffaello. Interessante è l’aneddoto raccontato riguardo la realizzazione del Cenacolo, l’opera eterna per eccellenza, la summa dell’espressione artistica rinascimentale e di tutti i tempi. L’affresco, come noto, è fatto a tempera grassa o olio, quindi quasi destinato a deteriorarsi. Richiedeva anche una lentezza nell’esecuzione che era poco gradita a Ludovico il Moro che l’aveva commissionato. Nella chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie, il priore faceva pressioni affinché venisse terminato, al ché Leonardo disse che in mancanza di un modello per il ruolo di Giuda, poteva essere lui ad incarnarlo. Il priore rifiutò ed egli ebbe il tempo per seguire la sua complessa procedura. Leonardo era un uomo destinato alla “divinizzazione”, attraverso una crescita, un’evoluzione. La speranza quindi è di apportare un miglioramento alla società attraverso questa evoluzione dell’uomo universale. Tramite la genialità di una personalità concreta che fa un percorso di lavoro, dove l’intuizione è solo il risultato di molta fatica e ricerca che si pongono alla base di ogni costrutto. Dunque è proprio di questa visione del Rinascimento che abbiamo bisogno oggi, ci occorrono “visioni” per il futuro: Steve Jobs è già fuori moda, Leonardo è attuale dopo sei secoli. Se poi vogliamo fare anche un’analisi epistemologica, la vita di quest’uomo, fatta anche di difficoltà e sconfitte, ne ha fatto la grandezza, stimolando la creatività e la forza di volontà. Ispiriamoci a lui per migliorare noi stessi, facendo qualcosa di intenso e costruttivo per la collettività. Terminiamo qui l’esposizione, con un’ultima immagine, La Vergine delle Rocce, anch’essa un simbolo dell’innovazione, dell’estro e della creatività del grande Maestro, per il concetto pittorico di prospettiva, luce, tecnica, ma anche per una rinnovata visione filosofica della vita.