Ratafià di rose
Il ratafià è uno storico liquore abruzzese, decantato dai poeti e servito nei banchetti diplomatici. Infatti, l’origine del nome deriva da “Pax rata fiat”, la frase pronunciata dagli ambasciatori alla fine di un pranzo, quando il liquore a base di frutta veniva servito. Gabriele D’Annunzio definiva questa bevanda l’elisir d’Abruzzo, esaltandone le caratteristiche afrodisiache attribuite alla dolcezza del gusto e alla forza dell’alcol. La ricetta originale prevede l’utilizzo delle amarene, si serve a fine pasto con i dolci e deve essere freddo.
In questo articolo, invece, vi propongo una variante davvero molto interessante, gradevole e utile. Il ratafià di rose è infatti un ottimo tonico, stimola le funzioni renali ed è gradevolissimo, dal sapore molto “femminile” (lo suggerisco per un pomeriggio tra amiche, al posto del solito tè).
I petali delle rose presenti nei nostri giardini hanno le stesse proprietà delle varietà selvatiche, ovvero della rosa di macchia o rosa canina. Contengono olio essenziale e sono usate come tonico, astringente, rimineralizzante; l’essenza, come noto, è tra le più utilizzate in profumeria.
Per preparare il liquore, mettete 150 g di petali di rosa freschi, anche di colori diversi ma molto profumati, in infusione con 3,5 dl di acqua molto calda e lasciate riposare coperto per 1-2 giorni. Filtrate e aggiungete 3,5 dl di alcol a 95° (se gradite un sapore meno deciso, usate la stessa quantità di acquavite), 250 g di zucchero, un pezzetto di cannella e 1 g di coriandolo. Aspettate 12 giorni e filtrate ripetutamente, fino a che il ratafià diventerà limpido. Otterrete così un liquore dal profumo soave, benefico e perfetto per questa stagione.