Il Trentino-Alto Adige, tra castelli e vigneti
Tempo di settembre, di temperature miti e di vendemmie. Quale momento migliore per visitare una delle regioni più particolari e suggestive d’Italia, il Trentino-Alto Adige? A questo incantevole luogo ho dedicato negli anni due libri: Castelli e rocche medievali del Trentino-Alto Adige e 101 Ricette delle Dolomiti. I volumi sono entrambi alla seconda edizione, mi hanno dato tante soddisfazioni ed hanno fatto crescere di molto il mio pubblico di lettori. Sono grata alla regione delle Dolomiti, dei vigneti che ricoprono anche le pendenze più ardite, dei borghi di montagna dove si respira la quiete nell’aria frizzante, dei meravigliosi castelli che svettano tra le cime, imponenti come giganti antichi, per avermi regalato ispirazione e bellezza.
Il Trentino-Alto Adige infatti è una regione ricca di meravigliosi castelli, rocche medievali, eleganti residenze gotiche e rinascimentali, in una commistione di stili, gusti architettonici e influenze di diverse culture. Per la loro bellezza, la storia di cui sono intrisi, le tradizioni e il folclore che li pervadono, possono essere definiti autentici gioielli da visitare. Molti di questi manieri sono in mano pubblica e ospitano musei o esposizioni, eventi culturali e mostre, altri servono ancora oggi come abitazioni, in parte visitabili, oppure sono ristoranti e alberghi. Si tratta di centinaia di costruzioni e nel mio libro non potevo trattarle tutte, così ne ho scelte trenta tra le più rappresentative, visitabili e ammirabili nella loro magnificenza. Andare per castelli, in una regione così magica, vuol dire mettersi alla ricerca delle tracce di un passato glorioso, ma anche contrastato e difficile, lasciate tra le colline e le montagne, in prossimità delle città e dei laghi, a dominio delle valli e dei fiumi. La vasta area è nota per la sua ossatura montuosa, per le acque e la rigogliosa vegetazione; una terra ricca di storia e tradizioni che trovano la massima espressione proprio nei castelli. Percorsa e abitata fin dai tempi del Mesolitico, la regione fu influenzata da culture provenienti da aree diverse e da popoli pagani che ne influenzarono gli usi e i costumi.
La pittoresca regione fatta di montagne, grandi panorami, specchi e corsi d’acqua, irridenti paesi e molti castelli, accoglie benevolmente il visitatore che vi giunge. Le costruzioni medievali, le rocche, le torri, le possenti merlature che stringono i manieri sono tante, difficili anche solo da elencare, ridotte a ruderi oppure proprietà di privati e inaccessibili al pubblico. Ci sono però anche molti castelli finemente restaurati, recuperati dai secoli di incurie del tempo e dell’uomo, esempi magnifici di un passato fiorente e contrastato che la modernità non ha cancellato, anzi ne ha esaltato ogni singolo aspetto. Tre sono in particolare i castelli che porto nel cuore, diversi tra di loro per stile e grandezza, ricchi di storia e di leggende. Quando giunsi la prima volta nella Valsugana orientale, vidi spiccare su un colle Castel Ivano, un monumento affascinante intorno a cui sono sorte molte leggende.
Dall’alto del paese di Ivano Fracena, il maestoso complesso medievale domina la valle con la sua imponenza. Il primitivo nucleo abitativo risalirebbe al 590 a.C., anche se il primo documento storico è datato 1187. Molti sono stati i nobili che hanno abitato questo castello, dai della Scala di Verona ai Visconti, fino ai Carrara. Quando penso o immagino un castello delle fiabe, mi appare l’immagine di Castel Ivano, con il suo stile nordico circondato da un ampio parco con una vastità di fiori e un’oasi faunistica. La leggenda pervade le mura del silenzioso maniero, ci racconta storie di tiranni e di rivolte popolari. Da secoli si narra infatti del crudele Biagio che con ferocia si imponeva sulle genti del Tesino. Stremati dai soprusi del nobile, i contadini insorsero contro il castello e lo assaltarono, catturarono il signore del maniero che li vessava da tempo; sottoposto ad un processo popolare, fu giustiziato nella pubblica piazza. La leggenda potrebbe aver a che fare con un fatto storico reale, ovvero la guerra rustica, l’insurrezione scoppiata nel 1525 in Tirolo e in Trentino contro la servitù della gleba e i privilegi dei nobili, conclusasi in un bagno di sangue. Il personaggio di Biagio potrebbe riferirsi al capitano Giorgio Pucler, signore di Castel Ivano, ucciso dai contadini durante la rivolta. La vicenda di Biagio viene rievocata ogni quattro anni con una festa mascherata, organizzata nel periodo del Carnevale: la rievocazione termina con la condanna di un pupazzo che rappresenta il tiranno.
Nell’Alta Valsugana, in un giorno di pioggia di un agosto lontano, trovai sulla mia strada Castel Pergine, un grandioso maniero che si erge su una collina, sopra il lago di Caldonazzo.
Una fortificazione alpina che lascia stupiti per la vastità e la splendida conservazione, risalente al XIII secolo. Appartenne per molto tempo ai duchi d’Austria, poi dal Cinquecento passò ai vescovi di Trento, fino al XIX secolo, quando fu venduto ad una società tedesca che si incaricò del restauro.
Da allora il maniero ha preso sempre più le sembianze di un elegante albergo ristorante, dove si può assaporare la cucina tipica della regione, e in particolare dei dolci classici, accompagnati dai vini di pregio del Trentino. La cinta di mura, le numerose sale, lo stile gotico, rendono il castello un luogo ideale per vedere le mostre d’arte contemporanea che vi si tengono abitualmente e per fantasticare sulla sua storia passata.
In cima ad una collina nella bassa Valle di Non, spicca una delle più spettacolari costruzioni feudali di tutto il Trentino: Castel Thun.
Appartenuto ad uno dei casati più importanti e significativi della regione, il maniero gode di un’eccellente posizione panoramica sulla valle, circondato da meleti rigogliosi che ne esaltano lo stile gotico inconfondibile; l’insieme di torri e torrette, di bastioni lunati, della Porta Spagnola costruita con massi conci bugnati, rendono impressionante il suo sistema difensivo. Il vasto colonnato, le bellissime sale, la biblioteca con 10.000 volumi, l’armeria, le suggestive stufe di maiolica, sono tra i motivi di richiamo dei numerosi visitatori.
Ho visto questo castello nel periodo delle mele da cogliere, con la strada che vi conduce circondata da meli carichi di frutta; un momento magico ed evocativo, fatto di colori e aromi che non potrò mai dimenticare.
Invito tutti voi lettori a fare un viaggio, anche breve, in giro per il Trentino e l’Alto Adige in questo mese tiepido e mite, alla ricerca di scorci e costruzioni antiche che vi regaleranno grandi emozioni. Non trascurate poi l’enogastronomia, i robusti piatti di montagna e i vini di altissimo livello che completeranno la vacanza in modo sublime.