Halloween e tradizioni celtiche
Tra i pezzi più letti del mio sito spiccano gli articoli che trattano le tradizioni pagane, le curiosità legate alle culture precristiane e, in particolare, la ricorrenza oramai comune dell’Halloween americano anche alle nostre latitudini. Ho dedicato a questo tema degli approfondimenti e anche un menù tipico, con ricette antiche che ricordano le streghe. Non mi sento particolarmente coinvolta da questa festività commerciale dalle sfumature grottesche, pur cercando di comprendere le motivazioni della presa che essa ha avuto sull’immaginario collettivo di un paese un tempo cattolico. Sono sicuramente più interessata alle sue antiche origini celtiche, risalenti ai tempi remoti, protrattesi nel tempo, fino a varcare l’oceano attecchendo nella cultura popolare americana.
La mia curiosità per le rovine della nostra cultura, per le radici che vanno in profondità e si perdono in meandri dimenticati, riaffioranti ricordi ancestrali che si intersecano ancora con i nostri sentimenti e soprattutto le nostre tradizioni, mi ha portato fin da bambina ad investigare lo spazio circostante e la mia stessa essenza. Ho compreso molte cose vivendo un rapporto stretto con la natura, ricercando la solitudine e appassionandomi di erboristeria, rincorrendo forse inconsciamente la magia delle strolighe (fattucchiere) dei racconti d’infanzia nelle proprietà officinali delle piante. Così, attraverso la lettura, mi è diventato chiaro che il Samhain o Samuin (Halloween) è il Capodanno celtico e cade tra la notte del 31 di ottobre e il primo di novembre. Recentemente ho acquistato un libro di tradizioni e di rituali del Regno Unito, scritto negli anni Sessanta, dalla narrazione affascinante, approfondita e coinvolgente. In terra inglese molte tradizioni sono sopravvissute al passaggio dei secoli, alla cristianizzazione che ne ha modificato i significati ma non i rituali. L’attuale popolo inglese ha all’origine elementi normanni, anglosassoni e celtici, ed i costumi antichi di questo popolo serbano la memoria di tali stratificazioni. Come ho già avuto modo di scrivere, all’arrivo dei Romani i Celti della Britannia sotto la guida dei druidi (i sacerdoti), adoravano la quercia e fondavano la loro religione sull’adorazione della natura, della sua spontaneità e fecondità; la loro liturgia si basava su riti connessi ai cicli vegetativi, al ritmo delle stagioni, all’azione del sole, alle ricorrenze dei raccolti e della seminagione. Queste usanze pagane hanno resistito a lungo all’urto del sentimento cristiano e dell’evangelizzazione dell’Inghilterra e, non potendole estirpare, si dovette incorporarle nelle usanze cristiane. Tuttora in Inghilterra, qualsiasi costume cristiano, dalla celebrazione del Natale alla festa di San Giovanni, dalla Pasqua a Ognissanti, è profondamente permeato di ricordi pagani. In questo particolare periodo dell’anno spiccano i fuochi autunnali e questo è anche il costume più integro.
Questi fuochi segnavano per i Celti il momento in cui le greggi dovevano rientrare dai monti, poiché l’inverno era vicino. Ma vi è anche un altro motivo per cui la festa di Ognissanti (Samhain) era particolarmente importante per quelle popolazioni: nella notte che segnava il passaggio tra l’autunno e l’inverno le anime dei morti tornavano alle loro case per riscaldarsi al fuoco e ristorarsi con le vivande preparate dai parenti su tavole appositamente imbandite. Per cui sin dai tempi remoti la festa si legava al culto dei morti, e non solo ad esso. Divenne anche la notte delle streghe che se ne andavano in giro sulle loro scope o sopra grossi gatti che si trasformavano in orrendi cavalli neri. Ad esse si aggiungevano le fate, i folletti e un panorama di creature fantastiche. I grandi fuochi accesi nella notte contribuivano a togliere alla nottata la sua atmosfera di terrore e renderla occasione di festa. Con il passare del tempo le prime due giornate di novembre vennero dedicate a tutti i Santi e alle anime dei morti, mentre alla fine dell’800 nel Lancashire le alture dove bruciavano i fuochi notturni erano dette “Campi del purgatorio”. Una curiosa tradizione riguarda Hinton Saint George, dove l’ultimo giovedì di ottobre i ragazzi andavano in giro per le case del paese a domandare in dono candele, ed era ritenuto di cattivo auspicio opporre un rifiuto. Con le candele, poste in lanterne scavate dentro a delle radici, i ragazzi percorrevano il paese cantando. La cerimonia è chiamata Punkie Night e sembra il precursore delle zucche scavate con dentro le candele, il simbolo di Halloween.
L’usanza pagana dei falò si è incorporata, curiosamente, ad una reminiscenza storica più recente, infatti i fuochi del 5 novembre commemorano il fallimento della Congiura delle Polveri del 1605, quando Guy Fawkes tentò di far saltare il Parlamento. La maschera che rappresenta questo personaggio è nota a tutti, essendo il marchio di anonymous e avendo ispirato anche il cinema. In questa ricorrenza si accendono fuochi sulle colline, mentre i ragazzi percorrono le strade dei borghi con la faccia dipinta. A Lewes e a Bridgewater la Congiura delle Polveri è commemorata con processioni, servizi religiosi, falò, fuochi d’artificio e roghi burleschi. Tutta questa narrazione sembra molto distante da noi, dalla nostra storia, eppure non è così. Nella tradizione istriana la notte dei morti è molto sentita, attorno ad essa sono sorte storie e leggende, e i lumini accesi non sono soltanto un omaggio ai defunti, essi rappresentano anche una protezione contro gli spiriti maligni. In Friuli si pongono delle secchie d’acqua davanti ai cancelli di casa, affinché le anime dei defunti vi possano bere e si fanno processioni con i lumini in mano. Le feste notturne sono caratterizzate da fuochi, danze rituali, acrobati che si esibiscono vestiti di bianco con maschere d’animali. Il paganesimo di matrice nordica non è stato del tutto estirpato neanche dalle nostre parti, gli antichi rituali sono sfuggiti al passaggio del tempo, per lo meno nelle aree più isolate, ma non solo. Conoscere il passato, lo dico sempre, aiuta a comprendere meglio il presente e fornisce tante risposte alle tradizioni dei nonni che apparentemente non comprendiamo. Se si vuole o meno fare festa per Halloween è una scelta del tutto personale, però invito i lettori scettici e meno scettici a riflettere sul significato spirituale che questa festività aveva presso gli antichi. Samhain o Samuin indica la fine dell’estate, della luce, la cerimonia officiata dai druidi era volta ad accumulare le correnti luminose interiori, difendendole dal buio. L’autunno è l’ultima fase per conservare la luce dentro di noi, in modo da rischiarare l’anima nel buio inverno che, nonostante tutto, è una stagione bellissima.