Gli sguardi dell’anima di Leonardo Calvo
Trieste è una città dal passato glorioso, ricca di produzione culturale e intellettuale in ogni ambito, fucina di grandi talenti artistici e di raffinata letteratura. Le prerogative mercantili e commerciali di quello che era il porto più importante degli Asburgo hanno alimentato e amplificato le espressioni poetiche degli intellettuali triestini, diffondendone le idee e la creatività nella leggendaria Mitteleuropa.
Oggi Trieste non può vantare la stessa attenzione di un tempo alle produzioni artistiche, la società è cambiata e quel mondo riconducile alla Belle Époque si trova solo nei libri. Eppure, vi sono realtà anche piccole in questa città tuttora multiculturale dove l’arte non è accessoria, non fa da mero corollario alle manifestazioni sportive, bensì si propone l’ambizioso obiettivo di farsi fruibile alla cittadinanza tutti i giorni dell’anno, magari durante una pausa caffè tra un impegno e l’altro. Uno di questi luoghi è il Caffè dei Libri in via San Lazzaro, nel cuore di Trieste, dietro alla monumentale chiesa di Sant’Antonio. Ed è proprio in questo grazioso locale, dove delle grandi vetrate spingono lo sguardo verso l’esterno, verso il Borgo Teresiano, le vie affollate nelle ore di punta che l’artista Leonardo Calvo ha allestito la sua mostra Sguardi dell’Anima. Leonardo proviene dal Costa Rica, un uomo delle Americhe con lo spirito latino, cittadino del mondo nel senso meno ovvio del termine, ritrovatosi a vivere tra i palazzi ottocenteschi della vecchia dama dell’Adriatico, sospesa come un funambolo tra passato e presente. Forte di una formazione accademica prestigiosa e di una lunga esperienza come art director nella celebre agenzia pubblicitaria Leo Burnett, l’artista Leonardo Calvo sceglie di esprimersi attraverso un approccio multidisciplinare, integrando il suo lavoro in una più ampia visione umanistica delle arti. Le sue opere sono frutto di una profonda ricerca interiore, di uno sguardo acuto sul mondo e di una straordinaria capacità di utilizzare le più svariate tecniche artistiche. Dalle istallazioni imponenti ai murales, dalle opere intime e classiche all’uso del digitale, l’artista esplora tutte le forme di espressività per raccontare la sua visione del mondo. In questa mostra in particolare pone l’attenzione sullo sguardo umano e sono proprio gli occhi ad essere il soggetto centrale delle opere.
Un concetto interessante che rimanda alla sorgente del pensiero filosofico, agli antichi greci che nella vista riconoscevano il loro senso privilegiato, tanto che il termine idea, da noi utilizzato abitualmente, proviene dal greco antico idéin-vedere. Nel mito greco Medusa pietrificava con lo sguardo e la civetta di Minerva, con i suoi occhi che vedevano attraverso il buio, simboleggiava la preveggenza. Nel corso dei secoli tutta la filosofia ha costruito i suoi capisaldi sulle idee, su quello sguardo acuto e indagatore che il prodigio della mente umana getta sul mondo, cercando di coglierne i meccanismi complessi. Per Leonardo gli occhi oltrepassano la capacità percettiva e visuale, essi sono una finestra, una soglia che unisce la dimensione interna a quella esterna; l’uomo è interdipendente con l’ambiente circostante che lo plasma e lo trasforma, rendendolo unico nei pensieri e nelle espressioni. Secondo l’artista lo sguardo è testimone fedele dell’espressione umana nel volto di ogni persona e riflette l’interazione che l’uomo ha col mondo. Nei tempi in cui viviamo siamo avvezzi ad osservare tutto attraverso una finestra virtuale che ci porta ovunque, nei luoghi più lontani, fornendoci notizie di ogni tipo, inondandoci spesso di banalità che ci fanno perdere di vista – è proprio il caso di dirlo – ciò che avviene intono a noi. Lo sguardo, quello che i vecchi definivano “specchio dell’anima”, fa trasparire storie di vita, di lavoro, di dolore, di gioia, di vanità, di crudeltà, di bellezza e ci aiuta a riconoscere, a decodificare la relazione con noi e la nostra vita.
Uno sguardo può rappresentare un universo intero, la stanchezza di una vita di lavoro, la saggezza accumulata in anni di conoscenza, il peso del tempo che trascorre inesorabile o l’altrove che cerchiamo fuori da noi stessi. Negli sguardi immortali che gli artisti hanno rappresentato nei secoli possiamo riconoscere la trasformazione del tempo e la stratificazione della storia, il cambiamento delle prospettive e del gusto artistico. La nostra capacità di interpretare l’espressione degli altri sta alla base della comprensione di chi abbiamo davanti, in cui talvolta riconosciamo noi stessi. Una mostra così simbolica, così penetrante è stata creata tra i tavolini di un caffè, dove i soggetti parlano di contatto, di relazione, del riconoscere e del riconoscersi. L’artista cerca il vissuto intenso dell’anima in diversi momenti dell’esistenza, qualcosa che non poteva essere realizzato nell’isolamento di uno studio. Era necessario immergersi nel caos quotidiano, tra la gente indaffarata, in quell’attimo di quiete che si vive in un caffè dove gli sguardi si possono incrociare, i vissuti intersecare, dove un artista (non solo un pittore) può cogliere aspetti e sfumature invisibili ai più. Il Caffè dei Libri è frequentato da persone di tutte le età, gli avventori possono essere studenti come amanti della cultura, in un ambiente pieno di libri e di prospettive sull’esterno. In questa postazione Leonardo vede e individua il passo della gente, raccoglie le tracce di mille storie di vita, attraverso mille sguardi che lo scrutano e lo stimolano a raccontarli.
La mostra è aperta del 26 ottobre e durerà fino al 18 novembre, presso il Caffè dei Libri di via San Lazzaro 17 a Trieste.