I due castelli di Fagagna
A pochi chilometri da Udine, nell’anfiteatro morenico del Tagliamento, si può raggiungere con facilità la cittadina di Fagagna, dominata dall’antico castello medievale e disposta ad arco ai piedi di un dolce rilievo facente parte dell’antica cerchia morenica di un probabile ghiacciaio. La storia del borgo affonda le radici in un passato lontano, raccontato da reperti celtici e soprattutto romani che testimoniano la presenza di antichi insediamenti. Il nome della località potrebbe derivare dal latino fagus, faggio; un tempo l’intera zona era coperta da boschi rigogliosi, in particolare da alberi di faggio, e il toponimo è certamente un riferimento alla bellezza della natura circostante, all’unione con essa.
Fagagna si trova citato la prima volta in un diploma ottoniano degli imperatori di Sassonia del 983, in cui veniva donato al Patriarca di Aquileia. Il borgo fu presumibilmente dotato di un castello già durante la dominazione longobarda e nel X secolo subì le cruente invasioni degli Ungari che devastarono e depredarono le campagne. Come d’uso, Fagagna fu amministrato da un gastaldo e tra il XIII e XIV secolo forti furono le lotte tra le famiglie aristocratiche friulane, il Patriarcato e i famigerati Conti di Gorizia. L’altro castello che caratterizza l’interessante borgo è il maniero di Villalta; citato nel 1169, ebbe notevole importanza nella storia locale. Nel 1221 i signori di Villalta si sottomisero al Patriarcato e circa un secolo dopo furono in dissidio con i Conti di Gorizia.
Fagagna cadde sotto il dominio della Serenissima nel 1420 e nel 1511 ebbe numerose abitazioni distrutte da un incendio provocato da gruppi di contadini insorti nella cosiddetta rivolta del Giovedì Grasso. Fagagna fu feudo delle famiglie di Siurido di Manzano, di Asquino di Varmo, mentre Villalta fu dal principio del XV secolo possesso dei della Torre. Del castello medievale sussistono alcuni resti, si trovano sulla collina che sovrasta il nord dell’abitato. Il fortilizio rivestì un ruolo importante al tempo del dominio patriarcale, in particolare tra il XIII e il XIV secolo.
Nel corso del Quattrocento iniziò il suo lento abbandono e la rivolta del 1511 ne determinò la progressiva rovina. La parte più antica dei ruderi attualmente visibili risale almeno al XII secolo, con fabbricati aggiuntivi del tardo XV secolo. La chiesetta di S. Michele Arcangelo potrebbe avere origini longobarde e in passato fungeva da oratorio castellano. Per buona parte del Trecento i nobili abitatori del castello dovettero fronteggiare gli assedi e le occupazioni dei Conti di Gorizia, e tra il 1411 e il 1419 vi furono anche le devastazioni perpetrate delle truppe ungheresi di re Sigismondo. Il lento degrado iniziò al tempo della Serenissima e nel XVII secolo l’abbandono definitivo da parte degli ultimi abitanti.
Descritto in rovina già poco dopo la metà del XVI secolo da Girolamo di Porcia, di questo vasto complesso fortificato sussistono alcuni tratti delle mura, le rovine di un torrione, la chiesetta castellana, l’alto campanile ricavato nella torre maestra e infine un fabbricato con parti medievali e settecentesche, ristrutturato con gusto e criterio, attualmente adibito a ristorante. L’imponente castello di Villalta, in una frazione di Fagagna, è uno dei fortilizi più suggestivi della Regione. Collocato in posizione dominante sulla pianura, racchiude una storia affascinante e turbolenta che si perde nella notte dei tempi, come testimoniano le fondamenta romane e le antiche tracce di un castelliere. Fu assediato, distrutto e riedificato varie volte soprattutto tra il XIII e il XV secolo, e infine ampliato considerevolmente nel corso del Cinquecento.
Per secoli fu feudo dei signori di Villalta-Caporiacco e dei Conti della Torre, potente casato che diede ben tre Patriarchi ad Aquileia. La rilevanza del castello viene raccontata dalla sua monumentale architettura, costituita da una doppia cinta muraria, da camminamenti di ronda, dalle torri di difesa e da eleganti cortili interni. Tuttora è residenza privata della famiglia di Caporiacco, però su prenotazione può essere visitato. A questa magnificenza e potenza feudale, si contrappone uno spaccato reale di vita contadina di secoli addietro, grazie ad un particolare museo etnografico (Ciase Cocél) che propone l’esperienza di un contatto reale con quella che era la vita in un antico casale di campagna.
Dunque, Fagagna, dominata dai due castelli, snoda la sua storia attraverso pittoreschi vicoli fioriti, chiese e piazze, costruzioni moderne contrapposte e signorili palazzi antichi e il colle verde che apre ad un vasto panorama; un luogo ideale per trascorrere una gita fuori porta e per immergersi nelle suggestioni del passato.
Generalmente non scrivo mai di locali dove mangiare o alloggiare, non è questo lo spirito dei miei racconti itineranti, però in questo caso desidero fare un’eccezione. Il ristorante San Michele si trova proprio nell’antica costruzione sul colle del castello, con a fianco l’omonima chiesa e il campanile che un tempo fu torre. Circondato da prati verdi accuratamente falciati, dalle rovine della storia che affiorano dalla terra, ombreggiato da alberi secolari e cinto da cipressi verdissimi, offre agli avventori un raffinato menù, ottimo vino e un bistrot con cicchetti.
Ho avuto modo di parlare con il proprietario di tutto il complesso, un uomo d’altri tempi dai modi gentili che mi ha spiegato brevemente la storia del castello e il suo impegno di conservazione e cura del luogo; come d’abitudine, sono i privati cittadini che spesso risollevano le sorti del nostro immenso patrimonio culturale e architettonico, dando poi la possibilità a tutti noi di fruirne. Una visita a Fagagna, una passeggiata tra il colle e l’abitato, una sosta al particolare museo etnografico e un’altra a Villalta, sono pezzi di un antico e suggestivo mosaico friulano che faranno piacevolmente parte delle vostre memorie di viaggio