Zuglio, città romana e la pieve di San Pietro
La Carnia fa immergere il visitatore in una natura ancora selvaggia, specialmente d’estate, quando le valli si accendono di ogni tonalità di verde. Qui si va in giro tra paesaggi montani, in mezzo a tradizioni culturali e artistiche uniche, e ci si rinfranca con la genuina e gustosa gastronomia locale. Si incontrano anche luoghi che conservano una storia antica e mostrano resti di civiltà immortali, in mezzo ai campi e ai prati verdeggianti. Zuglio è l’antica Forum Iulium Carnicum, colonia romana già al tempo di Cesare e sviluppatasi in centro urbano in epoca augustea.
L’abitato sorge nel fondovalle alla destra del fiume But e mostra possenti resti di architettura romana che testimoniano la sua passata importanza. La forma del nucleo urbano dell’antica Iulium Carnicum rimane incerta, tuttavia appare evidente come lo sviluppo della città dovette adattarsi alle particolari caratteristiche topografiche e ambientali del luogo, che difficilmente si prestava ad uno schema regolare. Nella zona pianeggiante sorgeva la parte monumentale e di rappresentanza della città, costituita dal Foro (centro politico, economico e religioso), e da altri edifici pubblici (una grande costruzione di fronte al Foro, probabilmente le Terme pubbliche, e il tempio di Cjamp Taront).
Le costruzioni private, sistemate intorno alla zona monumentale, rilevano caratteri di accuratezza negli elementi decorativi parietali e pavimentali. Massicci sono stati gli scavi e l’analisi dei reperti dopo il terremoto del 1976, questi ultimi sono attualmente raccolti ed esposti al Museo Archeologico di Zuglio. Considerata la città romana più a settentrione d’Italia, Iulium Carnicum concentrava la sua attività nell’ampio spazio rettangolare del Foro che doveva essere pavimentato con lastre di calcare, circondato da un portico chiuso a sud dalla basilica civile disposta su due piani (poteva essere il tribunale oppure il luogo di contrattazioni commerciali). Si entrava nel Foro, chiuso da un muro su tre lati, mediante una porta aperta sulla strada lastricata che correva lungo il lato orientale; il piano nobile della basilica era accessibile dall’esterno per mezzo di due scalinate. Il Foro doveva essere abbellito da statue poste sia all’aperto che negli spazi chiusi. Tempio e basilica erano arricchiti da decorazioni in pietra e in bronzo di cui permangono numerosi frammenti.
L’assetto di questo imponente spazio monumentale dovrebbe risalire al I secolo d. C. e costituirebbe il rifacimento e l’ampliamento del primitivo complesso forense molto più piccolo. La storia di Zuglio ci parla anche di epoche successive, quando fu sede episcopale a partire dalla seconda metà del IV secolo, fino al 710, anno in cui fu distrutta dagli Slavi e decadde. A ricordo dell’antico privilegio rimase il Capitolo di S. Pietro, che ebbe potere spirituale e civile su molta parte della Carnia. Infatti, la chiesa di San Pietro in Monte, antica pieve, venne ricostruita in forme gotiche nel 1312, ma ingloba frammenti decorativi di un precedente edificio risalente all’VIII secolo.
La bifora grossolana dell’atrio e altri elementi ornamentali sono stati recuperati da fasi costruttive più antiche. Nel 1501 furono eseguite riparazioni radicali, ulteriori rimaneggiamenti risalgono al 1551. La facciata è caratterizzata da un nartece che enfatizza il timpano superiore formato da falde asimmetriche molto inclinate. La copertura è realizzata con i caratteristici embrici che ricordano il dorso di un drago.
Molti sono i tesori artistici custoditi al suo interno, come l’altare ligneo di Domenico da Tolmezzo (1494), un ciclo di affreschi di Giulio Urbanis (1582) e un magnifico organo cinquecentesco rifatto nel 1772. Attorno alla chiesa si sviluppa un vecchio cimitero, con lapidi antiche dei defunti sepolti, provenienti dalle valli circostanti. Il silenzio è profondo, il vento accarezza le fronde dei pini e non sembra che vi possano essere delle tremende bufere invernali, capaci di sradicare anche gli alberi più solidi.
Giungendo al campanile ci si sente sopraffatti dal panorama: la cerchia dei monti, la linea dell’orizzonte che divide il cielo dalla terra. Sulle vette delle montagne si innalzano molti monumenti cristiani che furono originariamente templi dedicati al dio-sole, poi osservatori militari e infine chiese. Una visita a queste due perle della Carnia vale di certo il viaggio, tra il verde dei boschi e la spiritualità che si vive nei silenzi. Ci si ritrova tra paesaggi mutevoli eppure accomunati dalla stessa atmosfera di civiltà che è il fascino più segreto di questi luoghi. Entità etnica prima ancora che geografica, la Carnia, abitata già prima della colonizzazione romana, conserva vivo l’orgoglio della unicità della sua cultura. A Zuglio e nella nordica pieve di San Pietro, riscontrerete di certo questa straordinaria unicità di cultura, arte e paesaggio.