30 Settembre 2020

Piante: principi attivi, conservazione e rimedi

By admin

“Colui che non sa riconoscere le piante

non sarà mai capace di valutarne le proprietà”

Carlo Linneo (Carl Nilsson Linnaeus) 1707 – 1778

L’affascinante mondo delle piante officinali offre un’infinità di rimedi per la cura e il benessere del corpo, frutto di millenni di studi, classificazioni e sperimentazioni. Saper riconoscere le piante medicamentose nel loro habitat naturale non è cosa da poco e richiede uno studio notevole, oltre ad una guida capace. Non tutti hanno la possibilità di raccogliere le piante in natura, il più delle volte anche un’appassionata come me acquista i prodotti quotidianamente usati nelle erboristerie, non avendo a disposizione le quantità e le varietà di officinali utilizzate. Fondamentale è conoscere gli aspetti essenziali delle piante usate, sapere come sono arrivate a noi, con quali modalità e i loro principi attivi. Le erboristerie garantiscono il controllo e la sicurezza dei rimedi in vendita, consiglio sempre di rivolgersi a loro per gli acquisti, ma consiglio anche di informarsi sulle peculiarità dei prodotti che si assumono. In questo articolo tratterò brevemente i principi, la conservazione e i rimedi dei vegetali comunemente usati, poiché il gergo dell’erboristeria racconta una lunga storia che ci accompagna dagli albori delle civilizzazioni.

 

Le piante, nel corso del loro processo metabolico, generano diverse sostanze, alcune vengono accumulate come riserve e altre come elementi di rifiuto. La presenza e la quantità di queste sostanze, essenziali nel momento della germinazione e della difesa dai parassiti, dipendono dall’età della pianta, dal periodo vegetativo, dalle condizioni ambientali e climatiche nelle quali la pianta cresce. I glucosidi sono una combinazione di composti zuccherini che si combinano con altri di varia natura chimica e sono dotati di una funzione alcolica. Rientrano in questo gruppo anche le saponine, così chiamate per via delle proprietà schiumogene. Possono avere un effetto irritante sulle mucose e presentare delle tossicità. In campo medicinale le saponine sono utilizzate – dietro un controllo specifico – come espettoranti per combattere le affezioni delle vie respiratorie. Gli alcaloidi sono composti organici azotati la cui funzione vegetale non è ancora del tutto chiara. A questo gruppo appartengono sostanze pericolose ma assai importanti per la medicina che le somministra in dosi minime, come la stricnina, l’efedrina, la morfina, la scopolamina, la iosciamina e altre. Gli oli essenziali sono sostanze oleose non solubili nell’acqua (solo in alcol, etere o solventi organici) dotate di elevata volatilità e intenso profumo. Possono essere dotati di proprietà antisettiche, possono agire sull’apparato cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso, digerente, endocrino e urinario. L’impiego degli oli essenziali è particolarmente esteso e vasto nell’industria cosmetica. I tannini sono complesse combinazioni organiche solubili in acqua e alcol e presenti in grandi quantità nei vegetali. Dotati di potere astringente, sono utili nella cura delle ferite e nella ricostruzione di tessuti danneggiati. Particolarmente ricche di tannini sono le cortecce, le radici, i frutti e le foglie. Per uso esterno sono validi rimedi per combattere le emorroidi, le ferite, i gonfiori, le infiammazioni; per uso interno si utilizzano nel contrasto delle diarree e le enteriti. In grandi quantità sono difficili da digerire e possono provocare disturbi gastrointestinali. Le sostanze amare, frequenti in alcuni gruppi di piante, sono utilizzate in campo medicinale sotto forma di estratti alcolici. Facilitano il processo digestivo e sono impiegate dall’industria per aromatizzare bevande o altri prodotti con funzione digestiva. Le mucillagini e gli amidi sono altri componenti diffusi nelle piante. Le prime sono il prodotto di processi vegetativi vitali. Si tratta di polisaccaridi che, a contatto con l’acqua, si dilatano e formano soluzioni colloidali. In medicina sono efficaci nel contrastare le infiammazioni delle vie respiratorie, le irritazioni del canale digerente e le infiammazioni intestinali. Gli amidi invece derivano dalla trasformazione dello zucchero e possono presentare un aspetto diversificato. Facilmente digeribili, in medicina trovano impiego come basi polverose e con funzione di supporto da aggiungere ai medicinali. Tra gli altri principi attivi contenuti nei vegetali, fondamentali sono i vari elementi minerali e le vitamine, sostanze indispensabili nella vita dell’uomo che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare.

 

La raccolta e la conservazione delle erbe medicinali 

Nella fitoterapia l’azione delle piante dipende dalla loro raccolta e conservazione. Essenziale è che le piante conservino il massimo dei loro principi attivi. Le proprietà medicinali dipendono dal terreno, dall’altitudine e da altri fattori specifici della morfologia dell’area. Per la conservazione si procede con una corretta essiccazione al sole, nei forni, negli essiccatori aerati; prima però la pianta va mondata dalle sostanze estranee, dalle parti morte o alterate. Le radici, in linea di massima, devono essere essiccate all’aria asciutta e conservate a riparo dall’umidità. Corteccia e legno si essiccano al sole o nei forni e si conservano anch’essi in ambienti non umidi. I fiori, le foglie e le semenze devono essere disseccati all’ombra, in un luogo secco. Si stendono su stuoie pulite oppure si sospendono in pacchetti isolati. La conservazione ideale è quella in scatole di legno o cartone, in alternativa dentro a sacchetti di carta tenuti in un luogo secco. Gli steli e le foglie spesse si essiccano stendendoli su stuoie esposte al sole o in serra a 30-35°, rigirandoli più volte al giorno.

Le piante, in ogni caso, devono essere raccolte con tempo secco e senza pioggia, dopo il levarsi del sole e la scomparsa della rugiada. I fiori si raccolgono prima dell’appassimento completo; quelli di rosa invece si colgono in bocciolo e si proteggono dalla luce, dal calore e dall’umidità. Le foglie si raccolgono prima del loro completo sviluppo, al più tardi quando si forma la gemma floreale. Gli steli si colgono nello stesso periodo delle foglie, eccetto le piante mucillaginose quali la malva o l’altea, poiché i principi emollienti hanno maggiore potere nei tempi della vegetazione. I germogli si colgono sempre in primavera; i frutti si raccolgono maturi per l’uso immediato e prima della maturazione se si vogliono essiccare. Le radici si raccolgono in primavera o autunno: per prime quelle delle piante perenni e poi le annuali; le cortecce degli alberi si raccolgono d’inverno, quelle degli arbusti in autunno, mentre quelle dei resinosi in primavera.

I preparati a uso interno ed esterno 

Le piante si possono assumere in vari modi, internamente o esternamente; tra le assunzioni interne le tisane sono le più comuni. Si possono preparare in forma di decotto o infuso, a seconda delle caratteristiche della droga vegetale. I fiori e le erbe generalmente non vanno bolliti perché il calore distrugge i principi attivi, in questi casi è preferibile l’infuso. Per le parti vegetali dure (bacche, cortecce, semi e radici) si usa il decotto. Consigliato è anche l’uso del miele per rendere le tisane gradite al palato, in quanto ricco di principi naturali che si sposano bene con le erbe. Ma vediamo gli usi nello specifico. L’infuso si utilizza per tutte le erbe ricche di principi attivi che si volatilizzano velocemente al contatto con liquidi o calore. Si versa acqua calda sulle droghe poste in un recipiente di vetro, ceramica o terracotta; dopo un periodo di infusione di 5-10 minuti, si mescola e si filtra. L’infuso va assunto subito dopo la preparazione per non far disperdere i principi attivi. Nella preparazione del decotto la droga va posta in acqua fredda in un recipiente provvisto di coperchio e portata a ebollizione; si lascia sobbollire dai cinque minuti per i fiori, le foglie e le parti aeree ai dieci – venti minuti per le radici, cortecce e frutti.

Anche il decotto va assunto subito. Di uso comune sono anche il macerato, la tintura e gli oleoliti; si tratta di preparati che richiedo un tempo maggiore per essere pronti all’uso.

Le droghe vanno poste a riposare in acqua fredda, oppure olio, alcol o vino, sempre freddi, per un periodo che varia da un giorno a più settimane, a seconda del tipo d’erba e del liquido utilizzato. I vini medicamentosi, in gran voga nel passato, sono un’usanza che torna in auge assieme alla passione per le erbe. Vanno preparati utilizzando vini bianchi o rossi di buona gradazione (possono essere utilizzati anche il marsala o il porto) e si somministrano a cucchiai o in piccoli bicchieri. Ugualmente diffusi sono anche i macerati in alcol e acquavite.

Oltre alle tisane e ai macerati, consigliato è anche l’uso degli sciroppi, ovvero i liquidi densi a base di zucchero o miele, in cui è stata disciolta una data dose di preparato d’erbe.

Molti e variegati sono i preparati a uso esterno che cercherò di elencare e analizzare brevemente. Polvere: le erbe essiccate si polverizzano e setacciano; possono essere usate anche internamente (diluite o sotto forma di cachet) però in particolare se ne fa un uso esterno per la cura delle affezioni della pelle, in forma di polveri assorbenti o protettive. Bagno: prevede l’immersione del corpo o di una sua parte in acqua arricchita da un infuso o decotto di erbe, per un tempo che non superi i venti minuti. Il bagno completo consiste nell’immersione del corpo fino all’altezza del torace (cuore escluso), il semicupio nell’immersione fino ai reni, mentre il bagno locale si concentra in una parte ridotta e specifica del corpo (mani, piedi, occhi).

In passato si utilizzavano tante tecniche legate ai bagni e ai getti d’acqua per rinvigorire l’organismo e rafforzarlo contro le malattie. Si facevano bagni locali freddi a mani e piedi, bendaggi che consistevano nell’avvolgimento del corpo in lenzuoli immersi nell’acqua fredda e i bagni di vapore che stimolavano l’epidermide e il metabolismo. Cataplasma o impiastro: si tratta di preparati molli confezionanti pestando piante fresche ed eventualmente cuocendole in acqua o latte, oppure polverizzandole fino a ridurle in pasta. Il cataplasma, tiepido o freddo, si stende su una garza e si applica esternamente sulla parte dolorante. Compressa: consiste nell’immersione di un pezzo di stoffa o garza in un preparato vegetale (infuso, decotto, succo, ecc.) in modo che si imbeva e si applica sulla parte sofferente. La compressa può essere calda o fredda a seconda del disturbo da trattare. Gargarismi e sciacqui: si introduce in bocca un preparato liquido officinale in piccoli sorsi e, dopo averlo mosso per disinfettare bocca e gola, lo si espelle. Lozioni: nella lozione (preparato medicinale) si imbeve un batuffolo di cotone per poi passarlo sulla parte da trattare. Generalmente per la preparazione delle lozioni si usano infusi e decotti concentrati, mentre gli oleoliti e i macerati alcolici si usano per frizioni e massaggi. Pomate e unguenti: sono preparati semiliquidi in cui le erbe vengono mescolate a sostanze grasse (nei rimedi casalinghi spesso si usano olio e burro; in passato – e nei tempi antichi – si usavano lo strutto, la songia e altri grassi animali) e si utilizzano per massaggiare le parti da curare.

Suffumigi e fumigazioni: possono essere secchi quando si bruciano determinate quantità di vegetali sopra un braciere e se ne aspirano i fumi, oppure umidi quando si pongono i vegetali dentro un recipiente di acqua bollente e se ne aspirano i vapori. Questo genere di rimedio migliora l’irrorazione dell’epidermide e stimola il metabolismo. Si possono fare anche i bagni di vapore seduti: ci si siede su una sedia forata e si avvolge la parte inferiore del corpo con un panno e una coperta calda. Un ottimo rimedio antico per la cura della cistite.

Queste sono a grandi linee le nozioni principali, di base, per comprendere il mondo dei fitofarmaci, tanto variegato e con radici antiche, riscoperto dalla scienza moderna che per troppo tempo ne ha negato l’efficacia. Occorre tenere sempre presente la massima di Linneo, il padre della botanica moderna, poiché solo attraverso la conoscenza si possono comprendere e usare i doni della natura.