Biancospino, il cardiotonico naturale
Secondo Pierre Lieutaghi, il biancospino (Crataegus Oxyacantha e Crataegus Monogyna) è una delle piante più importanti della nostra flora, vicino botanico del pero, del melo, del cotogno e appartenente alla vasta famiglia delle rosacee. Arbusto spinoso e cespuglioso, con corteccia giallastra che scurisce con l’età, presenta foglie a lobi marcati e fiori bianchi, delicati e profumati che spiccano tra il fogliame. I frutti sono piccole drupe rosse dalla polpa farinosa e insipida che si utilizzano prevalentemente in erboristeria. Pianta diffusa nella regione mediterranea, la si può trovare dalla pianura alla montagna, nei boschi incolti e nelle siepi intorno alle abitazioni. Celebrata da poeti e romanzieri per la sua bellezza, si presenta generalmente come un cespuglio che può diventare alberello e rendere ancora più gradevole il giardino.
I biancospini possono vivere diversi secoli, presentano una corteccia molto dura e fioriscono a maggio. Si tratta di una fioritura piuttosto breve e i fiori vanno colti quando sono in bocciolo, per poi seccarli in luogo ben areato e all’ombra, distesi su un sottile strato di tela. Devono ingiallire e conservare il delicato profumo, poi si custodiscono in sacchetti di carta robusta, scatole di legno o recipienti di vetro.
La storia terapeutica di questa pianta è particolarmente interessante. Le sue straordinarie proprietà erano ignorate dagli antichi e fino alle ricerche di due medici americani, Jennings (1896) e Clement (1898), non erano emersi i possibili usi medici. Nel 1897, in Francia, Leclerc rimase incuriosito da un opuscolo del Seicento e dalla descrizione dell’uso popolare che si faceva del biancospino in Lorena, contro l’insonnia e le palpitazioni. Fu così che lo studioso francese iniziò le sue ricerche, aprendo la via alla sperimentazione moderna.
Il biancospino è uno dei migliori antispasmodici esistenti e sprovvisto della tossicità tipica dei tranquillanti di sintesi: cura molte affezioni cardiache e nervose. Contiene flavonoidi che dilatano le arterie coronarie e periferiche e rallenta il battito cardiaco. La pianta è in grado di abbassare la pressione alta ed è utile nel trattamento dell’angina, dell’aritmia cardiaca, degli spasmi delle arterie (ad es. la sindrome di Reynaud) e dell’insonnia nervosa. Si tratta di un potente tonico cardiaco che agisce sia sul muscolo che sui vasi, attraverso il sistema nervoso. La sua infusione dal sapore gradevole consente, dopo un certo periodo, di correggere l’ipertensione, l’aritmia, la tachicardia e le numerose debolezze del cuore: palpitazioni, insonnia, irritabilità, emotività, ansietà, ecc. Anche i disturbi della menopausa si attenueranno con una costante assunzione di infusi a base di biancospino. La pianta allarga e ammorbidisce le arterie, e in associazione col tiglio (di cui parlerò prossimamente), si ottiene una diminuzione della vischiosità del sangue.
I sofferenti di angoscia, insonnia, vertigini, ronzii d’orecchio, otterranno un’efficace azione antispasmodica con l’assunzione di una buona tazza di tisana di biancospino prima di coricarsi. Sarà inoltre un valido aiuto nel controllo degli spasmi provocati da dolori di stomaco di origine nervosa e in quelli legati ai dolori reumatici.
Il biancospino è anche l’arbusto ideale per alzare siepi fitte e durature intorno alle abitazioni e alle campagne, dove potranno nidificare i passerotti, i più sicuri alleati di agricoltori e giardinieri. Pensate a quanto sarebbe bella la campagna se gli arbusti di biancospino sostituissero i brutti reticolati intorno ai campi, con i profumi di primavera sprigionati dai suoi bianchi e rosati fiori.
Non dimentichiamo di tenere sempre in casa un vaso di biancospino essiccato o in capsule, se preferiamo la comodità; due tazze di infuso o due compresse al dì per tenere sotto controllo la pressione e i disturbi nervosi che ci affliggono in quest’epoca così caotica.