La scorsa settimana sono stata ospite di Massimo Gobessi nella registrazione del programma radiofonico della RAI Sconfinamenti. Uno spazio quotidiano dedicato agli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia che copre con le sue frequenze tutto il bacino dell’Alto Adriatico, incluse le fasce costiere del Veneto e della Romagna. Sono particolarmente legata a questo programma, poiché Massimo Gobessi mi fece la prima intervista della mia vita nel 2008, pochi mesi dopo l’uscita di Libera. Una storia istriana. Il noto giornalista e regista RAI volle dare spazio nel suo seguito programma ad una sconosciuta trentaquattrenne, piuttosto impacciata e intimorita dagli studi della grande sede di Trieste, facendo precise domande mirate e mettendo l’interlocutrice a suo agio. Il risultato fu una chiacchierata dove la mia emozione era palpabile, traspariva chiaramente nelle frasi e nei silenzi. Da allora sono passati molti anni, i libri pubblicati hanno superato la decina e le interviste, radiofoniche e televisive locali, non sono mancate. Ero convinta che mai mi sarei emozionata come allora, col cuore gonfio di aspettative ed un senso naturale di inadeguatezza che colpisce i principianti. Invece, non è stato così.
Come ho avuto già modo di scrivere, il mio ultimo lavoro L’abisso socialista. Memorie di una ex jugoslava, ha toccato corde sensibili, direi parti vitali della mia anima, e non immaginavo quanto questo profondo viaggio in me stessa e nel mio passato potesse emozionarmi nel momento di un confronto con gli altri. Massimo Gobessi ci ha messo del suo, diciamo così, iniziando l’intervista con il bellissimo brano di Elton John Nikita, poi a metà intervista con il trailer originale di Riso amaro che mi ricorda il mio defunto padre, e finendo con True Blue di Madonna.
Nel libro parlo sia del capolavoro cinematografico che rese celebre Silvana Mangano che dell’album di Madonna del 1986 e di come si intersecano nella mia esperienza personale. Mi sono emozionata tantissimo e per poco non ho iniziato a piangere ai microfoni della RAI, come una bambina di cinque anni. Ero impacciata, ho balbettato, mi sono impappinata e l’emozione ha pervaso tutta l’intervista. Eppure ne sono felice, soddisfatta, perché i sentimenti veri sono finalmente emersi e la scorza dura che ho costruito negli ultimi trent’anni, quella corazza che mi doveva difendere dalle ostilità del mondo e dalle persone, ha liberato un varco ed ha consentito quell’abbraccio fraterno che speravo di trovare in Italia e che non era mai arrivato. Scrive e canta Elton John nella sua canzone: e se arriva un momento pistole e cancelli non ti trattengono più e se fossi libera di fare una scelta, basta guardare verso Ovest per trovare un amico.
Da adolescente ho guardato a lungo verso Ovest e da giovane ho cercato ciò che Elton John intendeva ma non è mai stato facile; tuttavia, gli occhi dell’adulta che sono diventata guardando ancora ad un mondo migliore e lo reputano persino possibile.
L’intervista andrà in onda sabato 26 giugno dalle 16 alle 16.45, sulla frequenza di 936 Khz, successivamente sarà disponibile il podcast sul sito della RAI www.sedefvg.rai.it.