28 Giugno 2021

Tiglio, l’albero sacro dalle mille virtù

By admin

Albero sacro presso i popoli del Nord, il tiglio è una pianta molto longeva e oggetto di leggende. Si credeva fosse un albero oracolare e lo si identificava con la giustizia. Il nome, tuttavia, deriva dal greco ptilon, ala, per la caratteristica brattea laterale dei peduncoli dell’infiorescenza. Come l’olmo, il tiglio è una pianta imponente e può arrivare fino ai mille anni di età. Questi alberi – per fortuna diffusi in molte città, dove abbelliscono viali e parchi – emanano tra giugno e luglio un gradevole profumo che mitiga il cattivo odore del traffico.

Gli antichi Teofrasto e Dioscoride conoscevano il tiglio argentato del sud-est Europa ma non fecero menzione dei suoi usi. Fino al Rinascimento non ne fu introdotto un vero uso, sia dei fiori che della corteccia. I fiori apparvero, ancora discretamente nella medicina di fine XVI secolo e ben presto acquisirono fama contro i disturbi nervosi, le vertigini e l’epilessia. I farmacisti ne ricavavano un’acqua distillata, per preparare polveri e conserve. Le proprietà diuretiche del legno, già conosciute nel XVII secolo, hanno ancora seguito presso i cultori della medicina officinale. In erboristeria i fiori e le brattee di tiglio sono particolarmente richiesti e ne esistono tante varietà. La tisana di tiglio è consuetudine per molte persone e le sue virtù terapeutiche si combinano alla bontà dell’infusione e alla versatilità in abbinamento con altri preparati.

I fiori si raccolgono alla fioritura (a San Giovanni, consigliavano gli antichi autori: che è il momento della massima fioritura del tiglio nostrale), indifferentemente sulle tre specie indigene: tiglio riccio, tiglio nostrale e tiglio intermedio. Si fanno seccare rapidamente all’ombra, stesi in strati sottili in un luogo asciutto, tiepido e areato (il granaio resta sempre il miglior essiccatoio, anche se d’altri tempi). Si conservano a riparo dall’aria e dalla luce. Questo aromatico fiore deve il suo profumo e una parte delle sue virtù alla presenza di un’essenza speciale che lo rende antispastico, pur non essendo un rimedio per l’epilessia come credevano gli antichi medici. Per i disturbi nervosi comuni, però, è un vero toccasana, in particolare per le emicranie, le vertigini, le cardialgie, gli spasmi gastrici e soprattutto l’insonnia. Prendendo frequenti infusi di tiglio (10-20 g per litro d’acqua) e in combinazione con altre officinali, si possono evitare i nefasti effetti collaterali dei sonniferi. Per esempio, combinando il tiglio con il biancospino, la melissa, il timo e la passiflora, in un forte infuso prima di coricarsi, l’effetto calmante sarà eccellente. Se si è fuori casa o in vacanza, ci sono molte alternative alla tisana, come le capsule, la tintura o gli sciroppi che si possono assumere senza difficoltà. Contro le nevrosi sono stati consigliati bagni completi di tiglio: si lasciano in infusione 100 g di fiori racchiusi in un sacchetto di tela in 10 l di acqua per mezzora. Il preparato va versato nell’acqua del bagno, dove ci si immerge e si rimane il più a lungo possibile.

Grande successo ebbe in passato, ed è apprezzato anche oggi, l’alburno di tiglio. Si tratta della corteccia giovane della pianta, dei ramoscelli in particolare, che allevia i disturbi della ritenzione idrica e favorisce il drenaggio dei liquidi. Il preparato si trova in erboristeria ed è indicato anche per combattere la calcolosi e le coliche nefritiche. Successi si sono ottenuti pure nei reumatismi, nella gotta, nell’artrite e nella sciatica.

I fiori di tiglio, per il forte profumo che emanano, sono molto melliferi. Le api vi raccolgono nettare in abbondanza, la cui secrezione è dovuta anche dalle condizioni climatiche e dal terreno. Il miele del tiglio è giallo arancio, fluido, piacevolmente profumato, dal dolce sapore. Conserva una parte delle proprietà medicinali e deve essere preferito ad altri dolcificanti per le infusioni calmanti.

Ricco di olio essenziale, mucillagini, tannini e zuccheri, il tiglio non è soltanto un calmante, antispasmodico, sedativo e antireumatico utilizzato in erboristeria; il legno viene usato per la fabbricazione di mobili e con le fibre della corteccia si producono stuoie e corde.

Per finire, due validi preparati a base di tiglio: l’infuso di infiorescenze con brattee e il decotto di alburno.

Per l’infuso occorrono 10 – 15 g di infiorescenze in 2,5 l di acqua bollente, da tenere in infusione per 10 minuti. Trascorso il tempo si filtra spremendo bene la pianta. La tisana va consumata durante la giornata per contrastare l’emicrania e purificare il corpo.

Per il decotto occorre far bollire in 2 l d’acqua due grossi pugni di alburno di tiglio per 20 minuti, poi si filtra. Il decotto va consumato nel corso della giornata contro la ritenzione idrica e i piedi gonfi. La cura risulta utile se seguita per almeno una quindicina di giorni.