Luglio, l’estate matura
A luglio arriva l’estate agognata, matura e compiuta, vera e calda, generosa di fiori e di frutti. Per molti iniziano le vacanze, pigre giornate passate al sole o nella verde penombra di un quieto lago di montagna, dove il sole filtra mitigato nelle ore infuocate.
La vacanza è soprattutto uno stato dell’anima: ha lo scopo di far evadere dalla quotidianità e di ritrovare quella bellezza inseguita nella natura alla sua massima piacevolezza. La poesia allieta le giornate di luglio e la curiosità ci porta a ricercare la storia, i significati, le tradizioni legate all’infuocato mese estivo.
L’estate si affaccia dalla sua torre di bronzo, attraverso le sbarre scintillanti di luglio.
Francis Thompson
Luglio deriva dal latino Iulius, che prende il nome da Giulio Cesare, nato presumibilmente intorno alla metà del mese, nell’anno 101 a.C. Prima di essere dedicato al glorioso primo imperatore da Marco Antonio: Menis pro Caius Iulius Caesar nominatum est; luglio era chiamato Quintilis, il quinto mese dell’anno per i Romani.
Tante sono le tradizioni antiche legate a questo mese che fa maturare i frutti e i campi. Il raccolto del grano nella prima decade era legato ai molti riti agrari che celebravano le dee madri, i cui residui culturali si possono riconoscere nelle feste e sagre dedicate dal mondo cristiano alla Vergine Maria.
Già nell’antica Atene a luglio si festeggiava la Kronia, festa di Kronos (divinità equiparata nel mondo romano a Saturno) e Rhea; il culto di Kronos, il passare del tempo, si fondeva con Rhea, divinità del raccolto e delle messi.
Per i popoli del Nord, il mese segnava l’inizio di Elembivios, il tempo delle rivendicazioni o dei cervi, culminante nel momento della più grande festività celtica, il Lughnasadh, l’assemblea di Lug; la più importante divinità del pantheon celtico/gallico si festeggiava a cavallo tra luglio e agosto. Si passava così, attraverso rituali e celebrazioni, dal periodo del grano a quello delle mele, nella posizione della ruota dell’anno che scandiva le fasi della vita dei Celti, in direzione di Mabon, a metà strada tra il solstizio d’estate e l’equinozio d’autunno.
Anche se l’alba di luglio era fresca e limpida, la giornata si presentava calda, ma bella; lo facevano presagire l’aria che scendeva dai monti, certi fiori e i cardi che si aprivano, le api già indaffarate, il canto mattiniero degli uccelli.
Mario Rigoni Stern
In questi giorni il profumo degli oleandri è intenso, come se l’essenza fosse sparsa nei giardini da una mano di dea, e piccoli fiori rosati spuntano tra l’erba pronta per essere falciata. I terrazzi vedono le piante aromatiche fiorire e delicati fiori di petunia spuntare dalla semina di giugno.
Il caldo infuocato della città si mitiga la sera, lungo i vialetti dei parchi pubblici, tra il fitto degli alberi e il profumo del mare che penetra d’intensità. I tramonti sono spettacoli immensi e nella loro lentezza colorano il cielo di rosso e di viola, posandosi sul mare placido oltre le gru del porto.
Eterno giorno, che cos’è la morte quando sui visi radianti si posa la maschera lucente del tramonto lentissimo di luglio? Non c’è memoria più, non c’è speranza nel transito fatale del tempo.
Attilio Bertolucci
Amo la quiete di luglio vissuta tra la casa e il terrazzo, mi soffermo sulla calendula fiorita e l’inteso profumo della menta appena annaffiata. Il tavolino verde ospita le colazioni e le cene, il sonnellino dell’indomabile gatta Kimba e la tenue luce romantica della lampada solare. Sono momenti di bellezza e semplicità che luglio mi regala, quell’attimo di pausa e riflessione prima di iniziare un nuovo libro.