La laguna di Cavallino Treporti
Lambito dal mare Adriatico e dalle acque lagunari, il litorale di Cavallino Treporti si estende per una quindicina di chilometri e si caratterizza per il particolare ambiente naturalistico nel quale si incontrano la spiaggia dorata, le dune, la pineta, gli orti e il paesaggio della laguna con i suoi canali, le barene, le velme e le valli da pesca. Sullo sfondo, in lontananza, il profilo di Venezia come un diamante incastonato in una tiara. Terra, acque dolci, acque salmastre sono i tre elementi che si scontrano, si combinano, si ridividono e forgiano il Litorale del Nord che comprende anche Cavallino assieme alle isole trepontine. Le condizioni ambientali estremamente mutevoli, con interrimenti di porzioni prima lagunari o lo sprofondamento di intere isole sotto il medio mare, delineano un mondo in continua evoluzione la cui storia non è facile da scriversi.
L’ambiente lagunare in passato era costituito da acque torbide dei fiumi che trasportavano detriti e sabbia e che con il fenomeno dell’alta e bassa marea generavano scanni sempre più elevati. Così ebbero origine molti isolotti e lentamente i lidi si unirono alla terraferma e allargarono la spiaggia che si ricoprì da una speciale vegetazione: tamerici e pinete. La sedimentazione del materiale sabbioso, trasportato dai fiumi, portò all’interramento delle bocche di porto che servivano in epoca veneziana per il passaggio delle grandi imbarcazioni.
Fin dal 1200 Venezia provò a trovare una soluzione al problema con un massiccio intervento per agevolare il traffico navale tra le isole di Torcello, Burano, Lio Maggiore, Lio Minore e le isole trepontine. Tuttavia, la storia di Cavallino ha origini più antiche; la sua denominazione potrebbe ricalcare Equilium, l’antica Jesolo, da potersi interpretare come “pascolo di cavalli”, mentre Treporti alluderebbe all’antica presenza di tre porti-canale, ancora riconoscibili nell’attuale assetto idrografico.
Dopo la caduta dell’Impero romano, le isole lagunari rappresentarono un rifugio per le popolazioni in fuga dalle invasioni barbariche. Seguirono secoli di decadenza, segnati dalla povertà e dalle ondate di malaria. Lo scavo del Canale Casson, ovvero il canale di Cavallino, creò nel 1632 una nuova via di navigazione tra la laguna e il fiume Piave e contribuì a risanare definitivamente il luogo con la bonifica. Grazie ai documenti cartografici e ai tanti lasciti scritti dalla Serenissima, diventa possibile per gli studiosi costruire un itinerario storico piuttosto preciso. Il territorio mutevole e complesso vede la presenza di numerosi centri religiosi con vari monasteri siti a Torcello e Murano, con ampie superfici destinate all’agricoltura e pescicoltura. La Serenissima garantiva le affittanze e la nobiltà vedeva in questi luoghi anche aree di svago, come l’isola di Falconera usata per la caccia.
Cavallino Treporti, a guardarlo bene, è un parco naturale sospeso tra il mare e la laguna, un ambiente dalla bellezza malinconica; sul suo territorio preservato convivono particolarità faunistiche e floristiche di ambienti differenti, sia lagunari che marini, e sul quale si susseguono paesaggi molto diversificati: velme e barene, valli da pesca e orti, borghi storici, architetture militari, fari e darsene, spiagge sabbiose, l’estesa pineta e la foce del Sile (noto come Piave Vecchia) che scorre nell’antico alveo del Piave. In questa vitale laguna si possono ammirare i casoni di valle, strutture palafittiche in legno e i bacini salmastri con le valli da pesca. Nella stagione estiva fanno la loro comparsa i fenicotteri rosa, oltre a una miriade di altre specie volatili.
Tante sono le attività che si possono svolgere a Cavallino e nei borghi vicini; oltre agli itinerari in barca, sono sempre più frequentati i percorsi in bicicletta, favoriti da una lunga pista ciclabile lungo la via principale.
La piccola Cavallino accoglie il visitatore con i simboli della Serenissima nella nuova piazza con la statua del cavallo che svetta in altro, al di sopra della laguna, in ricordo del lontano passato. La settecentesca Chiesa della Visitazione di S. Elisabetta arricchisce la marmorea piazza sul mare, con i colori chiari che brillano al sole.
Sulla facciata della chiesa si può ammirare il bassorilievo che raffigura la visita di Maria ed Elisabetta, e che risale al 1916. All’interno vi è un bell’organo (fine ‘800) del Bazzani; l’altare maggiore e due altari laterali risalgono al Settecento. Sull’altare maggiore è raffigurata la visita della Vergine ad Elisabetta, attribuito a Sebastiano Ricci (metà del XVIII secolo); il dipinto posto sull’altare di destra raffigura il Sogno di S. Giuseppe ed è di Pietro Vecchia (XVII secolo). Bellissimo il lampadario di Murano, come un prisma colorato che riflette la luce del sole.
Nel mite e ancora piacevole mese di settembre, una tappa a Cavallino Treporti, un giro in bicicletta sulla ciclopedonale a sbalzo sulla laguna fino a Punta Sabbioni, vi regalerà bellezza, relax e un contatto unico con la natura. Ideale anche per gli amanti della fotografia naturalistica e per chi vuole rallentare il ritmo della vita.