Sono lieta di annunciare la prima presentazione del mio ultimo libro, L’Abisso socialista. Memorie di una ex jugoslava”, nella mia città, Trieste. L’evento rientra nella nutrita serie di incontri, manifestazioni, rappresentazioni teatrali che il Comune di Trieste dedica al Giorno del Ricordo per buona parte del mese di febbraio. Il Presidente Renzo Codarin e l’avv. Sardos Albertini mi hanno fatto l’onore di organizzare questa presentazione, in uno dei palazzi più prestigiosi di Trieste, dandomi prova che certe chiusure tra esuli e rimasti appartengono al passato. Il mio lavoro, in effetti, ha esattamente questa finalità, trovare un equilibrio tra gli appartenenti ad un popolo con una grande cultura, frammentati e divisi da violenze passate, confini innaturali e conflitti ideologici. Viviamo sparsi per il mondo, troviamo la nostra essenza in tradizioni che a fatica portiamo avanti, dedicando anima e corpo alla sopravvivenza linguistica della nostra cultura. Spesso tutto ciò ci appare come un lavoro ingrato, una lotta contro i mulini a vento che non avrà vincitori. La storia cancella molti segni della nostra secolare presenza sul suolo istriano, col suo turbolento passaggio, e la natura umana, notoriamente avida, sceglie vie più facili e redditizie per soddisfare se stessa; così si perdono i ricordi, si sostituiscono le identità, si annientano secoli di produzione artistica e spirituale, sacrificando tutto agli idoli moderni del vuoto e del profitto. Essere scrittori, artisti, narratori significa storicamente remare contro l’omologazione, la deriva conformista, le idee relativiste che per ogni abominio trovano una giustificazione. In tempi difficili come questi, con la guerra che infiamma una porzione d’Europa, la malattia che in Italia crea più danni alle menti che ai corpi, presentare un libro che racconta il passato può sembrare fuori dal tempo e dal mondo. Eppure, chiunque abbia letto un libro di storia, sa che ogni cosa si lega e che le situazioni complesse del nostro mondo appaiono cicliche, come direbbero gli antichi, ricordandoci che conoscere il passato rende più comprensibile il presente.
Il noto reporter e giornalista Fausto Biloslavo doveva presentare l’evento, però è improbabile che potrà partecipare, proprio per i tempi in cui viviamo: si trova in Ucraina a documentare un conflitto dagli esiti pericolosamente imprevedibili.
Concludo dicendo che sono grata a tutti voi lettori che mi seguite con affetto, non solo sul blog ma anche leggendo il libro, regalandomi una notorietà inaspettata. Questo è stato un mese molto importante, tra la presentazione in piazza San Marco a Venezia e il grande articolo che il quotidiano Libero mi ha dedicato sulla stampa nazionale; ho conosciuto persone meravigliose, alcune molto note che consideravo lontane da me, ed ho compreso che anche se la mia vita è fatta più di salite che di discese e ogni cosa è una lotta continua, prima o poi le soddisfazioni arrivano, anche se non si è raccomandati, spinti o imposti da qualcuno. Può capitare a tutti, non bisogna arrendersi mai.