In questa giornata assistiamo al punto culminante del viaggio del sole, quando il giorno è il più lungo e la notte la più breve. Da sempre il solstizio d’estate riveste un significato esoterico profondo, antico, capace di rimandare alla notte dei tempi. Del solstizio ho scritto molto negli anni, con continui rimandi alle culture antiche e ai rituali arcaici, poiché ritengo che sia un momento cruciale nel passaggio stagionale.
Per il Romani era il Sol stetit, il sole fermo, il momento in cui l’asse terrestre raggiunge il massimo grado di inclinazione rispetto al sole. Il sole, la nostra luminosa stella, resterà nel cielo più a lungo in questo giorno, ma inizierà anche il giro di ritorno verso l’inverno. Per i Celti era la festa della dea Litha, una delle quattro celebrazioni minori della ruota dell’anno che, in epoca cristiana, sarà convertita nella notte di San Giovanni.
I Cinesi vedevano nel solstizio il momento in cui lo Yin, l’elemento terrestre e femminile, nasceva e cresceva, mentre lo Yang, l’elemento maschile e l’energia solare si indeboliva. Questo è anche il momento ideale per cogliere le erbe officinali che raggiungono il massimo delle loro proprietà e, messe ad essiccare, garantiranno nelle altre stagioni la maggior parte delle cure naturali. Un tempo i fiori di San Giovanni si raccoglievano in ghirlande che si purificavano con i fuochi notturni; grandi falò si accendevano in tutta Europa e intorno ad essi si danzava, allontanando le malattie e gli incantesimi. Le ghirlande poi si portavano a casa e si conservavano con cura. Bruciare i fiori di San Giovanni nel focolare serviva a tenere lontani i fulmini durante i temporali; e facendo i suffumigi nelle case e nelle stalle si rinforzavano e mantenevano in salute gli uomini e gli animali.
Per me il luogo ideale per assistere alla celebrazione del sole è il mare. Sia a Trieste che a Grado osservo l’astro specchiarsi sull’acqua, nelle sfumature dorate, nel senso più compiuto della sua potenza. La forza purificatrice della luce, la ricchezza della sua emanazione e la preziosità dell’acqua marina, con gli elementi che racchiudono la vita e la sua evoluzione. Questa sera mi immagino in una barca nella laguna gradese, con l’isola di Barbana sullo sfondo: una vista che rasserena il cuore.
La frenesia della giornata, i bagnanti che si muovono sulla spiaggia, i loro schiamazzi e l’odore pungente delle creme solari che si sente da lontano, scompariranno quando calerà la sera. In molti rimarranno a lungo in spiaggia, i vacanzieri di giugno che prediligono la relativa calma di questo periodo, poi però andranno via e resteranno i gabbiani, nei loro vorticosi voli, a sfidare il sole che stenterà a tramontare.
Ecco che la giornata scivolerà via, cambierà la marea e un senso di bellezza precaria invaderà il mio cuore. La maestosità della natura celebrata nei secoli, da tutte le culture, nella consapevolezza che è in embrione la fase discendente del sole, la diminuzione quasi impercettibile della luce che nei mesi ci riporterà all’inverno. Ora, però, è il momento dell’estate e del mare, del sole che scurisce la pelle e delle giornate all’aria aperta, delle vacanze, in un’epoca così difficile e crudele. Se l’estate ha un grande pregio è proprio la forza del calore del sole che impone una pausa, un momento di calma per ritrovarsi e ritemprarsi. Certo, la serenità è un sentimento lontano adesso; il mutamento climatico col suo pesante conto da pagare in siccità e sconvolgimento naturale, sommato alla follia umana che si prodiga in scenari apocalittici, rendono ogni attimo della nostra vita amaro.
Però oggi, nonostante tutto, proviamo ad allontanare per un momento la preoccupazione e la paura di collassare, di non farcela, e guardiamo al sole. L’astro ha rischiarato l’uomo in tutte le sue nefaste fasi storiche, ha illuminato i campi di battaglia e di prigionia, indicando un sentiero diverso, un percorso di vita. Non siamo stati bravi a capirlo, non lo abbiamo mai rispettato, forse nemmeno nelle nostre vite personali. Eppure, la via del sole e del mare ci conduce verso l’ignoto da scoprire con umiltà, verso gli elementi che hanno generato la vita e verso l’amore per noi stessi poiché siamo parte del creato. Che il giorno del solstizio porti luce sulla terra, a rischiarare le menti di buona volontà e accecare le portatrici di morte, affinché il prossimo anno i suoi raggi non cadano su un pianeta arido e morto. Non possiamo fare altro, siamo impotenti, dobbiamo però avere fede nelle luce del sole. Buon solstizio d’estate a tutti voi.