Estate di San Martino
Secondo la leggenda, in una giornata piuttosto fredda e piovosa, Martino di Tours incontrò un mendicante con pochi vestiti laceri, infreddolito e, mosso da pietà, gli donò metà del suo mantello; il cielo, d’un tratto, si schiarì e apparve il sole, caldo come in una giornata estiva. La leggenda divenne realtà e si racconta che da allora, per tutti gli anni a venire, questi giorni di novembre regalino temperature miti e piacevoli; giorni noti a tutti come l’estate di San Martino. Un tempo si tenevano fiere molto partecipate dal popolo e si assaggiava il vino novello. Il proverbio infatti recita: “A San Martino ogni mosto diventa vino”.
In Istria, dove mi trovo ora, il momento è particolarmente sentito, poiché l’assaggio del vino nuovo per i nostri vecchi era motivo di festeggiamenti e le cantine si aprivano per offrire il novello, i dolci e le castagne. Momiano d’Istria è un borgo simbolico a tal proposito, tanto che San Martino è il patrono del posto e grandi sono sempre stati i momenti conviviali tra cantine, balli e commerci.
Osservando la natura dalla finestra della stanza nella quale scrivo, mi accorgo di quanto siano ancora verdi l’erba e i boschi, i colli, le montagne lontane. Il freddo non è mai arrivato e l’estate di San Martino non sembra un piacevole interludio ma la prosecuzione della stagione tardo estiva. Tutto muta, ogni cosa, eccetto il profumo del mosto che si tramuta in vino e che mio padre offriva con orgoglio agli amici: mi sembra di percepirne l’aroma, in questa casa tanto silenziosa, in compagnia della mia solitudine.
La malinconia di un San Martino lontano nel tempo, così distante che non tornerà più; e poi la mano di mio padre che sapeva accarezzarmi il capo con tutta la dolcezza del mondo.
Brindiamo alla vita, conserviamo i ricordi perché sono le sole radici che abbiamo.