Addio Gina!
Ci ha lasciato una diva, una maestosa signora del cinema italiano e internazionale, un’icona di stile e glamour. Per noi cinefili innamorati dell’età d’oro del cinema è un triste giorno, come lo sono tutti quelli in cui scompare una musa, con la consapevolezza che i sopravvissuti di quell’era sono rimasti davvero pochi. Gli anni passano, le generazioni mutano, e chi ci ha fatto sognare fin dall’infanzia, ci lascia inesorabilmente. I film però rimangono, si legano ai ricordi, alle occasioni della vita in cui il luccichio dello schermo ha segnato le nostre vite. Ho amato quasi tutti i film di Gina, li ho visti decine di volte e non mi stanco mai di rivederli. La Lollo non era soltanto un’attrice ma una donna dalle mille sfaccettature che molto ha dato all’arte nel suo insieme. I suoi libri di fotografia sono meravigliosi e le sue sculture, i dipinti, realizzati nella vecchiaia, sono la prova di quanto poliedrica fosse la mente di questa splendida donna.
Nacque a Subiaco, nel Lazio, 95 anni fa, in una famiglia benestante di produttori di mobili. L’agiatezza, però, non durò a lungo: durante i martellanti bombardamenti alleati dell’Italia, la fabbrica del padre fu distrutta e la famiglia, rimasta senza niente, dovette trasferirsi a Roma. La giovane Gina non si perse d’animo, come tutta la sua generazione, si rimboccò le maniche e aiutò la famiglia realizzando e vendendo ritratti, caricature, per la strada. Era studentessa all’istituto di Belle Arti e studiava canto lirico (dimostrerà le sue capacità canore in diversi film, cantando lei stessa brani d’opera). Partecipò anche ai concorsi di bellezza, molto in voga nel dopoguerra, fino ad arrivare a Stresa a Miss Italia. Non vinse, però quella fu una vetrina importante per la sua carriera di attrice.
Divenne un volto dei fotoromanzi e cominciò con piccole parti in film melodrammatici. Ben presto Hollywood la notò e il potente produttore Howard Hughes la mise sotto contratto. Firmò, forse con troppa giovanile superficialità, un contratto di esclusiva per molti anni in quella che la diva definì “gabbia dorata”. Lasciò tutto, subì le ire vendicative di Hughes e non poté più girare negli USA; tornò in Italia, dove si rimise nuovamente in discussione. Fu il film francese Fanfan la Tulipe che la consacrò in Europa e Pane amore e fantasia che la trasformò nella “bersagliera” d’Italia.
Divenne il volto delle donne nella grande letteratura trasferita sullo schermo, come La provinciale e La romana, per dare poi il massimo attoriale in Mare matto e Un bellissimo novembre. Lavorò con i nomi più noti della regia italiana (De Sica, Zampa, Bolognini, Lattuada, Soldati, Monicelli, Germi, Blasetti, ecc.) e vinse moltissimi premi.
Hollywood la “perdonò” e le diede la possibilità di girare grandi film con grandi budget e altrettanto grandi nomi, però non sul suolo americano. Il tesoro dell’Africa, La donna più bella del mondo, Trapezio, Notre-Dame de Paris, dove interpreta la più sensuale Esmeralda della storia, sono solo alcuni titoli di grande successo di pubblico e critica. Arrivano anche i film epici, i colossal, come Salomone e la regina di Saba, film “maledetto” per la morte sul set di Tyron Power e mitico per la passione non celata per Yul Brynner. Le commedie hollywoodiane le offrono ruoli deliziosi, come in Va nuda per il mondo e il meraviglioso Torna a settembre, che tutti (inutile negarlo) abbiamo visto ogni santa estate. In Venere imperiale e La bellezza di Ippolita appare in forma smagliante, in quest’ultimo con una scena di nudo che fece scalpore all’epoca. I ruoli successivi vanno dalla commedia italiana al dramma, sempre in compagnia di grandi nomi.
Tutti abbiamo il nostro film preferito di Gina, il mio è sicuramente La donna di paglia, di Basil Dearden, con un ancora poco conosciuto Sean Connery e con il grande Ralph Richardson. Una recitazione perfetta, rigorosamente in inglese, vestita in modo divino da Christian Dior.
Nella sua carriera cinematografica non si è mai fatta intimorire dai nomi stranieri e ha girato con Huston, Reed, King Vidor, Leonard, affiancando Rock Hudson, Tony Curtis, Anthony Queen, Burt Lancaster, Errol Flynn, Humphrey Bogart, David Niven e molti altri.
Fu una diva capricciosa, per sua stessa ammissione, che faceva tardi sul set e voleva sempre truccarsi da sola. Oriana Fallaci la intervistò in modo rude, con la sua penna tagliente, ma lei non si scompose più di tanto. Ci ha lasciato perle di straordinaria bellezza, ha dato lustro all’Italia e alla cultura, nel senso più alto del termine. In modo polemico spesso ricordava che nessuno l’aveva mai aiutata e che non sentì il bisogno di sposare un produttore per lavorare (punzecchiando Loren, Mangano, Cardinale).
Tanti dispiaceri hanno segnato la sua vita personale, in varie fasi del suo percorso; il matrimonio infelice con Milko Skofic, il rapporto tremendo col figlio, finito in una guerra in tribunale, le false nozze con lo spagnolo Rigau e uno stupro, a inizio carriera, che le ha avvelenato per sempre l’esistenza. Non è tutto oro ciò che luccica nemmeno nella vita di una diva, di un’artista; questa donna, però, che visse d’arte, ha saputo trasformare i dolori e i dispiaceri in sogni collettivi che ci accompagneranno per sempre.
Non ti dimenticheremo mai, splendida Gina.