Rose e fiori di maggio
Questo mese ci delizia con giardini fioriti e balconi colorati, il verde intenso delle piante al massimo della loro vitalità e, un po’ meno, col tempo capriccioso e freddo per la stagione tardo primaverile.
Maggio è indubbiamente il mese della rosa, la vera regina della primavera, con tutte le sue infinite varietà, colori e profumi. Tanti sono i significati simbolici legati alla regina dei fiori: fragilità, bellezza, fragranza, candore, voluttà, gelosia, prosperità. La simbologia della rosa è antica e riguarda soprattutto il colore. Il fiore era noto già presso i Sumeri, gli Egizi, i Fenici, gli Assiri e infine i Greci e i Romani che dedicarono a questo splendido fiore incisioni, pitture murali, bassorilievi. A quel tempo non esistevano ancora le grandi rose dell’epoca moderna, si coltivavano soltanto le “rose specie”, ossia le rose con pochi petali, del tutto simili a quelle che apparvero sulla Terra dai 60 ai 10 milioni di anni fa. A tanto, infatti, si fanno risalire i primi rosai, almeno stando alle testimonianze di alcuni reperti fossili scoperti nell’Oregon. La capostipite delle “rose specie” è indubbiamente la rosa selvatica o rosa canina, un arbusto cespuglioso spontaneo, dai rami ricadenti e robuste spine. All’inizio dell’estate fiorisce in fiori dai cinque petali, di un delicato colore bianco-rosato, e lievemente profumati. I frutti della rosa canina sono i cinorrodi, dalle eccellenti proprietà vitaminiche. Ricca di olio essenziale, tannino, acido gallico e vitamine C e P, la rosa selvatica viene utilizzata come oftalmico, astringente, tonico e rivitalizzante.
Le varietà di rose coltivate, invece, sono moltissime e mediante gli incroci se ne ottengono costantemente di nuove. Risalgono a circa 5000 anni fa le prime notizie delle rose coltivate, all’epoca di re Sargon I, sovrano dei Sumeri, che durante una spedizione di guerra portò in patria alcuni esemplari di piante, fra cui c’erano rose, viti e fichi. Numerose negli scritti di Omero le citazioni sulla rosa: di questi fiori si occuparono anche Erodoto, Anacreonte, Teofrasto e in Cina Confucio. Il saggio cinese riferisce che il suo imperatore (siamo nel 500 a.C.) possedeva ben 600 libri dedicati alla storia e alla coltura delle rose. Nerone e Cleopatra adoravano le rose e ne facevano un uso smodato, arrivando a dormire su materassi imbottiti dai loro petali; le rose furono ricordate da Virgilio, Plinio, Orazio, Marziale, Tertulliano, Seneca. Carlo Magno impose che si coltivassero rose in tutti i castelli in cui avvenivano i convegni degli uomini d’arme, e da quel momento non vi fu giardino o chiostro di convento in cui non fiorissero rosai con corolle di ogni colore e dall’intenso profumo.
Nella religione cattolica la Madonna è chiamata “Rosa Mistica” e a lei è dedicato il mese di maggio, quello in cui fioriscono le rose di ogni qualità.
Le rose sono utilizzate da secoli per le loro qualità curative, soprattutto a livello cutaneo. Contengono, infatti, molteplici principi attivi: antiossidanti, flavonoidi, antinfiammatori e vitamine. L’olio essenziale di rosa, ottenuto in particolare dalla rosa damascena, la gallica e la centifolia, presenta proprietà antisettiche, antinfiammatorie, astringenti, calmanti, tonificanti e purificanti. Indicato per alleviare lo stress, la depressione e i disturbi nervosi. Il profumo è delicato, floreale. L’olio viene estratto dalla distillazione dei fiori e si rivela un grande rimedio per l’elasticità cutanea e le smagliature.
L’acqua di rose si ottiene per distillazione in corrente di vapore dei petali: si usano in particolare la rosa canina, la gallica e la damascena. L’acqua, un idrolito, si usa sia per detergere che per tonificare.
Se avete delle piante di rosa nel giardino, non lasciate cadere i petali: raccoglieteli e usateli nell’acqua del bagno. Ne uscirete profumati e rinvigoriti.
Maggio non è soltanto il mese della regina rosa ma di tanti altri fiori con mille proprietà; nei giardini troviamo, ad esempio, rigogliose piante fiorite di calendula e di malva. Due fiori dalle notevoli proprietà emollienti e disinfiammanti. Ho dedicato ampio spazio a queste due officinali nella rubrica “La via delle erbe”, analizzando proprietà e usi. Ricordo brevemente che la calendula è antisettica, cicatrizzante e tonificante; la malva è straordinariamente emolliente e idratante.
Per preparare una crema nutriente per la notte, raccogliete 30 g di fiori e foglie di malva; tritateli e metteteli in un pentolino a bagnomaria con 40 g di burro di cocco: non deve bollire. Quando avrà la consistenza di una crema, passate al setaccio e aggiungete, una volta raffreddato, due gocce di olio essenziale di rosa o rosmarino. Conservate al fresco in un barattolino di vetro.
Per ottenere una crema lenitiva, in particolare per le pelli con eruzioni cutanee, usate lo stesso sistema con la calendula: 30 g di soli fiori e 40 g di burro di cocco. A bagnomaria, senza far bollire; aggiungete due gocce di olio essenziale di lavanda quando si sarà raffreddato.