Ricordi, piccole ancore di salvezza
Questo bassorilievo di Madonna col Bambino in terracotta invetriata apparteneva alla prozia Libera. A lei ho dedicato il mio primo romanzo, alla sua storia di coraggio e anticonformismo in un’Istria ancora arcaica nei costumi e attraversata da bufere belliche devastanti. La zia era molto legata a questo oggetto, lo custodiva nella sua camera da letto. Era una stanza sospesa nel tempo, con le mantovane azzurre e damascate alle finestre, il mobilio scuro, il comodino intarsiato che fungeva da tavolo da toeletta e sovrastato da una grande specchiera argentata. Qui Libera teneva il talco col piumino, i pettini e le forcine, i tanti profumi e colonie alla lavanda.
Nei cassettoni del vecchio comò era riposta della misteriosa biancheria nera col pizzo, risalente alla sua giovinezza, e presumibilmente conservata come ricordo; la osservavo stupita e rapita, nessuno a Stridone aveva niente di simile. Alle pareti c’erano molti quadri, per lo più immagini sacre di scarso valore artistico, realizzate in serie per la devozione popolare; tutte eccetto questa splendida Madonna, elegante e raffinata opera di un autore sconosciuto, con qualche screpolatura dovuta al tempo (risale agli inizi del Novecento) e per me oltremodo cara. Quando la osservo mi sembra di ritornare in quella stanza, di sentire il profumo della lavanda in fiore e dei vecchi vestiti riposti negli armadi, in quella dimensione cristallizzata, immutabile, come solo un ricordo può essere. Il tempo passa, la stanza non esiste più e la mia anima è a pezzi: la vita si è portata via quel poco di positività che trovavo nel mondo e che ora so, era incarnata da mio fratello. Il ricordo di lei, però, mi rimanda a qualcosa di originale e curioso che conservo nelle memorie della mia poco felice infanzia e che l’immagine della Madonna col Bambino evoca nei giorni cupi della realtà. Così mi viene in mente questo pensiero e lo voglio condividere: i ricordi sono piccole ancore di salvezza sparpagliate sull’insicuro navigare dell’esistenza umana, ci salvano dall’annegare e rendono la vita sopportabile.