“Rumoroso silenzio” a Trieste
Con il titolo evocativo “Rumoroso silenzio” e il sottotitolo “la maledizione dell’uomo è che dimentica“, vede la luce un nuovo progetto teatrale (per i palcoscenici e per le scuole) che ha per tema la tragedia giuliano-dalmata delle foibe e dell’esodo. Si tratta di un’opera ambiziosa, da diffondersi su scala nazionale, per la regia del giovanissimo Luca Andreini che ne è anche l’autore. Come nella pièce di Simone Cristicchi, anche qui l’incipit parte dai magazzini abbandonati del porto di Trieste, dove le masserizie degli esuli accumulatisi, ricoperte di polvere e di dolorosi ricordi, evocano ai protagonisti la storia di una tragedia volutamente non raccontata. In un clima surreale e fantasmagorico, viene narrata ad un ragazzo in gita scolastica la storia di tanti italiani vittime di una pulizia etnica cruda e violenta in Istria e Dalmazia. Si manifestano due fantasmi in particolare, due giovani e sfortunati amanti, Norma e Ferdinando, strenui difensori del loro amore e della loro identità. In un susseguirsi di narrazioni, di evocazioni, lo spettatore viene posto davanti ad una realtà dolorosa e lacerante che ha distrutto famiglie, svuotato paesi e cambiato un’identità millenaria con un micidiale soffio di morte. Lo spettacolo vede una parte recitata, una parte danzata e accompagnata da musiche sceniche. Si potrebbe definire un moderno esempio di teatro-danza (di stampo “Grotowski”, ovvero con al centro della narrazione il movimento) che affronta tematiche ancora spinose, contrastate da discutibili “negazionisti” e da storici con la coscienza sporca. Prodotto dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Distretto di Bergamo), il testo vede in scena attori e danzatori del gruppo professionistico più giovane d’Italia (TNB Teatro Nuovo di Bergamo), accompagnati dalle musiche di Christian Paganelli.
““Rumoroso silenzio” è suoni, una caccia al tesoro bambina alla scoperta di atmosfere sincere e quasi fiabesche in quello che sarà un salto al passato. Non è un lavoro che non parla o che non vuole far parlare, fa star male finché non riesce a trovare l’ultimo, ma anche il primo, tema di partenza, il medicinale contro ogni male ricorrente: un senso di rappacificazione con il proprio passato.” Così la produzione e il regista descrivono il loro ambizioso e necessario lavoro.
Con il contirbuto della Lega Nazionale, Trieste Propatria e con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dell’Isituto regionale della cultura istriana, arriva anche a Trieste lo spettacolo del giovane Andreini: in scena al Teatro “Orazio Bobbio” il 31 marzo 2016 dalle 20:30 alle 23:00.
Foto Gabriella Chmet