Piccoli istriani crescono
Eravamo due ragazzini molto soli, isolati in un piccolissimo paese dell’Istria interna: Stridone. I nostri genitori, due sarti creativi che non potevano realizzare i loro sogni e ambizioni nell’allora Jugoslavia, fecero il possibile per farci amare e apprezzare le piccole cose che l’ambiente ci concedeva. I campi, i boschi, la natura selvaggia e le difficili coltivazioni di una terra rossa e aspra, feroce e implacabile, che l’uomo non poteva domare. Abbiamo imparato la vita dura, io e mio fratello, fin da piccini. Una casa con tanti spifferi e tanto freddo d’inverno, il lavoro nei campi in primavera e d’estate che non contemplava il concetto occidentale di “vacanza”, la vita in un regime agonizzante che non perdonava la libertà e l’esuberanza delle menti giovani.
Avevamo una nonna amorevole che ci ha insegnato l’educazione e una famiglia coraggiosa che ci ha fornito gli strumenti per un’istruzione alternativa, fuori dai dettami di chi provava a indottrinarci. Ciò che maggiormente abbiamo appreso da questi difficili ma vitali anni dell’infanzia e dell’adolescenza è la forza di andare avanti dopo tutte le cadute, anche quelle traumatiche, e di non arrendersi mai davanti a nessun ostacolo. La fila per il permesso di soggiorno in Italia e le tante umiliazioni subite negli anni ci hanno resi forti, caparbi e capaci di fare progetti continui, in evoluzione, mai stantii. Abbiamo percorso strade diverse, io con l’ambizione sconfinata di voler fare la scrittrice e lui, spesso distante da me, con il “pallino” dell’impresa da costruire in prima persona, senza aiuti.
Sono passati tanti anni da quando eravamo piccoli, pieni di sogni e ambizioni. Oggi che non siamo più giovani, abbiamo smarrito la freschezza di un tempo e sappiamo che i limiti la vita ce li pone costantemente, l’ambizione e la capacità di sognare che non ci hanno mai abbandonati è la nostra forza per andare avanti. Così Germano, padre da poco, con la sua magnifica donna e un nostro cugino di terra istriana, sta realizzando il suo sogno a Muggia, nell’ultimo lembo d’Istria rimasto all’Italia. Lì, in una deliziosa casa colonica dalla quale si ammira il golfo di Trieste, mio fratello ha rimesso in funzione distese di campi di terra bianca, argillosa, ricca e fertile. Una terra diversa da quella cruda e difficile della nostra infanzia, ma comunque un lavoro duro di ripristino e messa in opera da fare quasi in modo solitario, senza pretendere nulla fuorché ciò che la natura concede.
Le nuove avventure sono sempre esaltanti, fanno ringiovanire nell’animo ed entusiasmare la mente. So che Germano realizzerà il suo sogno e lo farà senza l’aiuto di nessuno, com’è tipico della nostra gente.
Azienda Agricola “La Vanisella” di Germano Kmet. Località Vanisella 15, Muggia (Ts). Pagina Facebook: Azienda Agricola La Vanisella.