A fine libro
Scrivere un libro è tra le esperienze più esaltanti che si possano vivere, così come lo sono creare un dipinto, uno spartito musicale, un’opera teatrale oppure un film; tutte situazioni caratterizzate dal fuoco sacro della passione, dalla forza della creazione che parte dal nulla, da un’idea, una suggestione giudicata insignificante dai più. Ma è anche un percorso faticoso, perennemente in salita, caratterizzato da crisi creative e anche personali. Il vissuto quotidiano influenza il lavoro di stesura, gli alti e i bassi della vita, come i dispiaceri e le delusioni, possono comprometterne la “crescita”. Un libro è una creatura delicata, fragile, piena di esigenze da soddisfare. Lo scrittore si trova da solo, senza difese e senza armature, davanti a quelle infinite pagine bianche che vogliono essere riempite. Ad una settimana dalla conclusione del mio nuovo libro mi sento stanca, ho la mente esausta e piena di dubbi. Per contrastare la spossatezza e le inevitabili insicurezze, l’unica soluzione è staccare la spina per un momento, andare in un posto piacevole a prendere il sole, a fare una passeggiata; non pensare a niente, svuotare del tutto la mente. La sera poi una cena al ristorante preferito, nella malinconica Grado, con quel suo alone di tristezza crepuscolare anche quando è piena di turisti. Poi, il lunedì mattina, si riprende a lavorare e si tira avanti fino a sera, dieci dodici pagine scritte, lettere che danzano sicure sulle pagine immacolate, ma la stanchezza è lì, in agguato, e ti assale nuovamente. Domani però si ricomincia tutto daccapo, come niente fosse. Nei ricordi ci sono quelle giornate a Grado, sulla terrazza della casa vicino al mare, con il profumo della salsedine la mattina presto e il grido dei gabbiani sopra la testa. Soprattutto quel locale, dalle tinte bianche e raffinate, i bicchieri di vino e le pietanze di pesce, la compagnia giusta e le chiacchiere dei turisti intorno a me: il ricordo della bellezza, della perfezione di un momento irripetibile e unico, a salvaguardarmi da ogni tentazione di cedere.