Autunno a Stridone
Fotografie di Flavio Sugan
Parte dal luogo natio il mio viaggio negli itinerari insoliti, dello spazio e dell’anima, che sto iniziando a compiere. Un viaggio tra paesi, villaggi, piccoli borghi, rovine del passato fuori dalle mete turistiche più conosciute. Racconterò con le immagini delle storie, delle suggestioni visive e delle emozioni provate in precisi momenti nei microcosmi visitati, ma anche il passato, le emozioni pregresse, i ricordi. L’idea nasce in una mite giornata di ottobre, nell’autunno di Stridone, con i colori accesi della natura, con i cieli mutevoli di un pallido azzurro contrastati dal bianco candore di nuvole irregolari. Stridone, un paese così piccolo ma tanto pieno di fascino, dalla cui sommità si osservano le montagne lontane, le colline boscose, una svettante torre medievale e il suo abitato, abbracciati dalla vegetazione, e oltre il tenue azzurro del mare Adriatico in autunno che si confonde con il cielo in un cromatismo perfetto.
Il rosso sommacco, i frutti della rosa selvatica, i prati che cambiano tonalità, i boschi sempreverdi dalle altissime piante, le rocce carsiche che spezzano la regolarità della terra e, prepotenti, emergono come i denti di un immaginario drago che riposa nelle sue viscere. La luce colpisce per la sua maestosità in momenti magici come questi, quando i raggi ancora caldi accarezzano il mondo, le superfici della vita che pulsa tra le piante ancora profumate del timo selvatico.
Ci si stende su un prato, si ascoltano i rumori della natura: gli uccelli, il vento tra i rami, gli insetti, una campana in lontananza. Si legge un libro antico, si cerca tra le sue pagine qualche riferimento che si sposi con la bellezza di un mondo così lontano dalla modernità, un mondo che mette quiete, pace, desiderio di trovare se stessi senza cercare un senso compiuto, razionale, prevedibile.