Chi sono
Sono scrittrice dal 2007, ho esordito nella narrativa per poi dedicarmi ampiamente alla saggistica e ai libri di viaggio, pubblicati da Editoriale Programma e distribuiti da diversi quotidiani locali. Da qualche tempo il mio interesse è ritornato alla narrativa, la vera fonte della mia creatività. Su questo blog vi sono racconti, riflessioni, articoli di vario genere e tantissime fotografie. Racconto l’Istria, il Friuli, luoghi lontanissimi del Nord Europa, così come sentimenti antichi legati alla terra e alla natura. Le mie passioni per la cucina e la fitoterapia (argomenti ai quali ho dedicato dei libri), sono raggruppate nelle rubriche Angolo cottura, Sapori istriani – ricette e ricordi e La via delle erbe. Gli scritti di narrativa e teatrali (alcuni almeno) si trovano nella sezione Racconti. I viaggi fatti in giro per l’Europa, l’Istria, l’Italia e tra i luoghi del cuore di questa nostra porzione di Mitteleuropa sono negli Itinerari. Poi vi sono due rubriche Percorsi narrativi e Poetry&Image che raccontano attraverso immagini, versi, riflessioni la vita di uno scrittore in tutte le sue fasi, tra mille difficoltà e la passione per la scrittura. Nella sezione Working girls ci sono due donne straordinarie, in futuro ne arriveranno delle altre. Vi è anche una sezione Senza categoria dove sono raccolti articoli scritti molto tempo fa, difficili da collocare nelle rubriche, che però rimangono nel sito essendo visitati quotidianamente dai lettori, oltre a molti pezzi appartenenti alla rubrica Poetry&Image che per questioni tecniche, a me incomprensibili, sono finiti anche lì. Le Pagine invece comprendono questa, Chi sono, che mi racconta anche attraverso delle immagini; L’angolo delle riflessioni dove dico tutto ciò che gli altri scrivono sui social network in modo rabbioso e sconclusionato, personalmente provo ad argomentare; il Teatro, una mia antica passione che ho provato ad esprimere attraverso dei recital; le Riviste, per lo più magazine esteri che mi hanno pubblicato e, naturalmente, i Libri scritti fin ora.
A distanza di cinque anni dal mio ultimo romanzo ritorno alla narrativa con un nuovo titolo: L’abisso socialista. Memorie di una ex jugoslava, per la Luglio Editore. Questo volume segna un nuovo inizio, quasi una ripartenza, dopo anni in cui mi sono dedicata ai libri di viaggio e alla manualistica. La narrativa quale obiettivo e chiave di volta per i futuri libri, per idee già sviluppate o soltanto abbozzate che chiedono di venire alla luce.
L’associazione “Vecia Buie” ha organizzato un incontro nel pittoresco locale “Al Vecio Forno” di Buie d’Istria, dove ho raccontato il blog al pubblico. Su la Voce del Popolo l’articolo di Erika Barnaba.
La Comunità degli Italiani di Parenzo mi ha omaggiata con un incontro dedicato alla mia opera completa. Ottobre 2017
Presentazione del libro La guerra di Giusto a Buie e articolo su La Voce del Popolo.
Con Giuseppina Rajko, vice presidente della Regione Istriana.
A Radio Capodistria con Marisa Macchi, presentazione di “Mantova e il Mincio. Terre d’acqua” e altri libri.
Con Barbara Urizzi a Radio Capodistria.
A San Vito al Tagliamento con il sindaco Antonio Di Bisceglie, per il Giorno del Ricordo.
Con la Presidente del Lions Club di Gorizia, Gioia Rossi, dibattito sul tema dell’esodo e lettura del recital “La promessa sposa”.
Al Teatro Actis, messa in scena del testo “Il cavaliere”.
Rappresentazione del recital “Prima dell’alba” all’Actis.
Lettura scenica del racconto “La Promessa sposa” a Trieste.
Incontro con i lettori della Comunità degli Italiani di Buie.
Presentazione del libro “Focolare Mitteleuropeo. Ricette e ricordi” a Trieste.
Presentazione, lettura e dibattito sul libro “Miti e misteri del Friuli Venezia Giulia”.
Locandine e copertine dei vari libri e guide storico-culturali.
Momenti, brani, ricordi della mia vita.
L’essenza dell’essere istriana la riconosco in molte cose, le radici amare che mi alimentano sono innervate da svariati elementi. Sento l’essenza selvaggia delle erbe che annusavo da piccola, l’assenzio e l’erica che turbano il cervello, il sapore amaro della vita che è preponderante. Poi l’aria frizzante che sa di montagna, di boschi, di animali senza padrone. Il vento che mi rende folle e imprevedibile, la gelida bora che avvolge il cuore. Tratto da “Focolare Mitteleuropeo”.
La luna velata di tenebra che stende un velo nero sulle coscienze, che nasconde i ricordi di un mondo scomparso. “Focolare Mitteleuropeo”.
Ferdinand osservava i fedeli raccolti in preghiera, in quella modesta chiesa rinascimentale che custodiva le sepolture dei Gravisi, nobili capodistriani, signori di Stridone, come fossero reliquie di santi. Guardava i visi della gente: visi cupi, gravi, segnati dal tempo, dal sole, dalla fatica; volti tristi di donne sfatte, rugosi, malinconici, rassegnati. Poi i giovani e i bambini, ancora freschi e lontani dalle insidie del tempo: facce pulite, ingenue, che mettevano quasi tristezza. Brano tratto da “Libera. Una storia istriana”.
Posando lo sguardo sulle teste chiuse in fazzoletti scuri, con i rosari in mano e gli sguardi fissi sul pulpito dal quale stava parlando, scorse una ragazza diversa dalle altre. Si distingueva per la notevole altezza, ma anche per l’eleganza degli abiti e il taglio di capelli. Era l’unica che non lo stava guardando (e probabilmente nemmeno ascoltando); lo sguardo perso nel vuoto, distaccato, l’espressione triste. Si chiese chi poteva essere, che ci facesse in mezzo a quella gente; poi quegli occhi verdi che celavano dietro il vuoto, o forse l’odio per il mondo, lo turbarono. Brano tratto da “Libera. Una storia istriana”. Nella foto Libera Punis, protagonista del romanzo.
I ricordi dell’infanzia sono quelli più significativi. Con nonna Eufemia, sempre nel mio cuore.
Le radici, a Stridone, in Istria.
Fu in quel momento, in quel preciso istante, che io ritrovai la bambina col cappotto rosso, mentre correva sui campi, nell’inverno della sua anima. Capii che lei viveva dentro di me, che eravamo la stessa cosa, che provavamo la stessa infelicità. Noi, gente di confine, sospesi tra un passato violento e un futuro incerto, potevamo sentirci a casa soltanto in attimi come questi, quando le parole non servono e i ricordi si incontrano, si intrecciano, in una terra che è nostra solo nell’immaginazione. Tratto dal racconto “Il cappotto rosso”.